Raccogliere i fondi per un regalo, dividere il conto della cena o di una bolletta telefonica mandando semplicemente un messaggio: l’idea alla base di Circle Pay, l’app per i pagamenti P2P della fintech Circle, è rendere i piccoli scambi di denaro tra privati un’operazione semplice e familiare quanto inviare un SMS. Sotto il cofano c’è un articolato motore fatto di Blockchain e cryptovalute, ma per l’utente finale non c’è nessuna complicazione: si sceglie un contatto dalla rubrica e gli manda un messaggio con allegata una cifra qualsiasi. Senza commissioni o sovrapprezzi. Questione di secondi e il pagamento arriva direttamente sul telefono.
Metti blockchain nel motore
Semplicità attraverso la complessità: non è uno slogan del MinVer di 1984, ma il frutto del lavoro di Circle sulla sua app Circle Pay. Per rendere più semplice possibile l’operazione di trasferimento di fondi è stata messa in piedi una infrastruttura invisibile all’utente finale, ma che sfrutta alcune delle tecnologie più moderne in circolazione. Tra cui ad esempio Blockchain.
Blockchain è il modello di database distribuito che è alla base di Bitcoin e di altre cryptovalute (ma non solo): permette di tenere in piedi un registro delle transazioni univoco che impedisce truffe o alterazioni, ed è quindi perfetto per garantire la sicurezza di un sistema di pagamento. Circle Pay sfrutta proprio Blockchain per mantenere coerente il registro delle transazioni, “aggiornato alla velocità di Internet” come ha spiegato Sean Neville – il co-fondatore di Circle – nel corso della presentazione della app alla stampa italiana.
L’obiettivo è rendere l’operazione di spedire soldi a chiunque un affare da pochi tocchi: si sceglie il destinatario dalla rubrica, si specifica la cifra, si clicca invio. Circle Pay è un’app del tutto simile a WhatsApp, Telegram o iMessagge (anzi, su iMessagge volendo è possibile integrare un plugin per pagare direttamente a mezzo Circle Pay): si possono spedire messaggi di testo, foto, emoji, si possono creare gruppi ad-hoc per gestire una ricorrenza (così come si creano gruppi su WhatsApp per organizzare una festa di compleanno) nei quali richiedere ai partecipanti il contributo economico concordato.
I fondi vengono trasferiti su una carta di credito o di debito inserita nel proprio profilo: si possono impostare limiti di spesa mensili e tenere traccia di tutte le transazioni effettuate, così da essere certi che neppure un centesimo vada perduto. Tutto senza costi aggiuntivi. Altro particolare interessante, poi, è che Circle Pay permette anche il pagamento inter-valuta: se abbiamo un amico che vive a Londra possiamo inviargli tranquillamente un pagamento in euro, sarà l’app a preoccuparsi di trasformarli in sterline. Sempre senza costi aggiuntivi.
La missione di Circle
In una intervista con StartupItalia! Jeremy Allaire, l’altro co-fondatore e CEO di Circle, ci ha spiegato qual è la missione della sua azienda: così come chi naviga sul Web non ha idea di cosa sia il protocollo HTTP, allo stesso modo chi deve trasferire denaro tra privati non dovrebbe preoccuparsi di come farlo o di dover pagare un sovrapprezzo per l’operazione. Circle sta costruendo una infrastruttura allo stato dell’arte per la gestione di servizi finanziari a mezzo Internet: Circle Pay è solo l’inizio, altro seguirà nei prossimi mesi.
Mettere in piedi un sistema di pagamento semplice per gli utenti consumer non è un’operazione banale, ci racconta Allaire: ci sono in ballo le autorizzazioni degli organismi di controllo, le regole da rispettare diverse nazione per nazione, gli accordi da stringere con banche e istituti finanziari per far funzionare le carte di credito nell’app. Per costruire tutto questo Circle è partita dall’Europa (e ora si è allargata anche al Norda America): lo ha fatto perché il Vecchio Continente ha messo in piedi un sistema di regole e regolamenti molto avanzato, ma anche perché è il terreno ideale per testare la piattaforma muovendosi tra diverse valute e diversi mercati.
Un compito a cui Circle sta lavorando da più di 4 anni, ottenendo finanziamenti per 140 milioni di dollari da nomi come Goldman Sachs o Baidu, e con un servizio che oggi può contare già milioni di utenti. Uno sforzo che secondo Allaire non può essere replicato altrove dalla sera alla mattina: chi si occupa seriamente di pagamenti, e vuole farlo bene, deve farlo senza distrazioni.
La famiglia Circle
Nonostante Circle sia a tutti gli effetti una startup fintech, è già in grado di generare profitti: lo fa sfruttando le cryptovalute, o crypto-asset come preferisce chiamarli Allaire, che vengono scambiate in tutto il mondo creando margini nell’operazione, permettendo anche di effettuare quel cambio-valuta indispensabile per effettuare un pagamento in euro e riceverlo in yen senza pagare alcuna commissione. Solo ad agosto, Circle ha scambiato 2 miliardi di dollari di valore equivalente sulla propria piattaforma di trading per le cryptovalute.
In nessun caso, è bene precisarlo, per queste operazioni vengono impiegati i fondi dei clienti di Circle Pay. L’app è solo uno dei servizi offerti da Circle, il primo di una serie, che funziona grazie all’infrastruttura Circle e che si appoggia sul modello di business messo in piedi sui crypto-asset.
Circle Pay, dunque, è solo l’inizio: Allaire ci racconta che la startup è partita da un servizio consumer che mancava, per il quale era possibile pensare e realizzare una soluzione moderna che offrisse vantaggi tangibili agli utenti. Circle però sta già lavorando a una vera e propria famiglia di servizi finanziari che verranno lanciati nei prossimi mesi, che sfrutteranno sempre blockchain e crypto-asset per creare nuove occasioni di business in territori fin qui inesplorati.