Quest’anno la competizione era dedicata alle startup al femminile. Per la vincitrice la possibilità di partecipare al boot camp dal 25 al 29 settembre a Tel Aviv e di incontrare nuovi investitori
È Chiara Saba di Yenetics la vincitrice dello Start Tel Aviv Boot Camp 2016, la competizione per le startupper organizzata dal Paese delle startup, Israele. Il concorso, giunto alla sua quinta edizione, è promosso dal Ministero degli Affari Esteri israeliano e dalla municipalità di Tel Aviv. Per il 2016 il contest internazionale ha deciso di concentrarsi sulle startup al femminile. Le imprese innovative, cioè, in cui le donne hanno avuto un ruolo centrale sin dagli inizi. E ha portato in finale 23 startup per altrettante nazioni. Le vincitrici andranno in Israele dal 25 al 29 settembre per partecipare al boot camp a margine della conferenza DLD, il festival dell’innovazione israeliano. La premiazione di Chiara Saba è avvenuta al Talent Garden Calbiana di Milano l’11 luglio. Presenti l’Ambasciatore israeliano in Italia Naor Gilon e il Presidente di Talent Garden Davide Dattoli. La startup Yenetics si occupa di test genetici non invasivi per la diagnosi di malattie in laboratori privati, cliniche e ospedali. L’azienda opera in Italia, Germania e Stati Uniti e ha sviluppato una metodologia di analisi del sangue che abbatte i rischi della diagnosi prenatale per il feto.
«Imparare da Israele e conoscere nuovi investitori»
«Questa vittoria è per noi una fantastica opportunità per due principali motivazioni. Da un lato i cinque giorni in Israele rappresentano l’occasione di incontrare possibili investitori e poter accedere a capitali. Dall’altro Israele ha una notevole esperienza sul campo per quanto riguarda i test per la diagnosi di malattie rare e genetiche», ha detto a StartupItalia Chiara Saba. La sua startup Yenetics ha sede a Cagliari e il territorio sardo condivide alcune similitudini con Israele: «In Israele come in Sardegna ci sono zone il cui la circolazione genetica è scarsa a causa dell’alto tasso di consaguineità.
È per questo che risultano entrambe realtà particolarmente interessanti dal punto di vista dei test genetici». Inoltre, la Sardegna nel tempo è riuscita anche a diventare una regione attraente per i venture capitalists che sono più disponibili ad investire sui progetti imprenditoriali innovativi dell’isola: «Siamo ancora lontani dalle opportunità che offre il mercato israeliano delle startup. Il Boot Camp a Tel Aviv ci permetterà, però, di visitare aziende, incontrare altre startup e prendere contatto con gli investitori. Al di là del programma ufficiale, vorremmo visitare anche l’Institute of Human Genetics di Tel Aviv», ha aggiunto Chiara Saba.
Le finaliste dell’edizione 2016 di Start Tel Aviv
Oltre all’l’amministratore delegato di Yenetics, alla finale italiana di Start Tel Aviv sono arrivate Enrica Arena cofondatrice di Orange Fiber e Giulia Gazzelloni, cofondatrice di Le Cicogne.it. Hanno potuto partecipare alla selezione solo le startup nella loro fase iniziale, con un team declinato al femminile e con progetti nel campo dell’internet of things o della tecnologia già prototipati. Ma vediamo nel dettaglio i profili della vincitrice e delle altre due finaliste in questa competizione internazionale.
1. Chiara Saba, Yenetics
Nata a Cagliari 33 anni fa, Chiara Saba si è laureata in economia aziendale all’Università Bocconi di Milano nel 2008. Nel suo curriculum due anni in Cina come direttrice delle vendite alla GSG International di Pechino. Ha potuto lavorare per alcune delle maggiori banche mondiali: Lehman Brothers prima e Deutsche Bank a Londra poi. Oggi lavora di nuovo a Cagliari per Fineco. Dall’11 aprile 2016 è Ceo di Yenetics, la società che si occupa di sviluppare, produrre e commercializzare prodotti e servizi innovativi per effettuare screening prenatali non invasivi basati sull’analisi del DNA.
Chiara Saba è infatti membro attivo di Uniamo FIMR Onlus, la più grande federazione italiana per le malattie rare. E sono proprio le malattie rare e genetiche il pricipale interesse di Yenetics. Grazie alla collaborazione del Centro di Ricerca, Sviluppo e Studi Superiori in Sardegna (CRS4), Yenetics studia le 100 malattie rare più frequenti con un protocollo di sequenzionamento del DNA di ultima generazione. E offre alle strutture sanitarie un kit di analisi del sangue per individuare eventuali malattie genetiche nei genitori.
A guidare la startup oltre a Chiara Saba ci sono Amit Kumar, chief commercial officer, che ha un dottorato in biofisica e un’esperienza decennale nel campo biomedico e Roberto Cusano, chief scientific officer, che lavora al CRS4 e ha vent’anni di esperienza nel settore delle biotecnologie.
2. Enrica Arena, Orange Fiber
Nata a Catania nel 1985, Enrica Arena ha studiato Comunicazione per le relazioni internazionali all’Università Iulm di Milano. Ha poi completato un master in Cooperazione dello sviluppo all’Università cattolica del Sacro Cuore di Milano. Ha lavorato in Egitto per il programma di sviluppo delle Nazioni Unite occupandosi della comunicazione dell’ufficio regionale del Cairo. Nel 2014 insieme a Adriana Santanocito fonda Orange Fiber, la startup che è in grado di produrre tessuto dagli scarti degli agrumi. Orange Fiber è un’azienda tutta al femminile.
Nel 2014 ha presentato il primo prototipo. Il progetto è stato finanziato da due business angels, un avvocato e Trentino Sviluppo. Oggi Orange Fiber ha un impianto industriale realizzato grazie al finanziamento di Smart&Start di Invitalia e ha già prodotto il primo lotto di tessuto attraverso l’estrazione della cellulosa dagli agrumi. Enrica Arena per Orange Fiber cura la comunicazione, le attività di finanziamento, la candidatura ai premi. Al suo attivo già diversi risultati come la vittoria al premio Il Talento delle Idee e a Changemakers for Expo.
3. Giulia Gazzelloni, Le Cicogne
Romana, laureata prima in scienze politiche e poi in General Management alla Luiss Guido Carli, Giulia Gazzelloni oggi è coo di Le Cicogne.it. Nel suo curriculum anche un’esperienza di insegnamento di applicazioni di Web marketing all’Università americana di Roma. Nel 2015 è stata selezionata da Che Futuro tra le 100 donne del mondo digitale.
Insieme a un team tutto rosa punta a far diventare Le Cicogne.it il principale servizio per mettere in comunicazione genitori e baby-sitter in Europa. Le Cicogne.it è oggi presente in 80 città italiane e riesce già a fornire supporto alle famiglie in meno di 24 ore sfruttando la rete degli utenti e i loro commenti. La startup ha partecipato al percorso di accelerazione di Luiss Enlabs e PiCampus e ha ricevuto finanziamenti per 435mila euro da LVenture Group e Club Italia Investimenti. Giulia Gazzelloni si occupa proprio delle relazioni con gli investitori e della gestione delle persone nell’azienda. Il ceo di Le Cicogne.it è Monica Archibugi.