Il Paese Baltico prevede una Cittadinanza Digitale per persone ed aziende residenti altrove. Questo programma viene utilizzato da professionisti del Regno Unito che vogliono investire nel mercato comune della UE anche dopo la Brexit
Nell’incognita dell’Europa futura è certa l’intesa tra l’economia di oltremanica e le realtà del ‘continente’ che intendono mantenere saldi legami. Le imprese britanniche non si attardano in analisi sulle conseguenze dei negoziati UE-UK, ma si attrezzano per restare in gara nel mercato unico. Qui entra in gioco l’Estonia, che pose le basi dell’interconnessione con la scena internazionale già durante la trasformazione dell’ex impero sovietico in una pluralità di soggetti indipendenti.
L’accesso alla Cittadinanza Digitale per 100 euro
Nel 1991 infatti Tallinn iniziò a foggiare una chiave nuova per entrare in mercati lontani: l’infrastruttura sul web. Anche persone che non hanno mai visto l’Estonia hanno accesso ad una Cittadinanza Digitale il cui costo burocratico è di soli 100 euro. Con il distacco dalla UE, le richieste di una seconda cittadinanza da parte dei sudditi di Sua Maestà sono diventate una parte considerevole dei 20.000 E-residenti stranieri del piccolo stato, il 5 per cento dei quali sono ora britannici (quindi un migliaio, non pochi tenendo conto della platea mondiale).
Come ottenere il documento e avviare un’impresa in Estonia
La Cittadinanza Digitale di cui si parla ha quasi azzerato pile di carte e file di sportelli, determinando un ambiente attraente per i piccoli investitori. Il numero delle imprese fondate dagli E-residenti è pari al 15 per cento di questi ultimi ed aumenta per vari motivi, nel caso dei britannici spesso per proseguire con le attività sul continente qualora i negoziati europei approdino a forme difficoltose di Brexit. Il documento di Identità Digitale (che permette vere operazioni bancarie e fiscali) si ottiene in un mese: i beneficiari di questa cittadinanza ‘leggera’ prendono ad apprezzare l’infrastruttura che connette la popolazione di un milione e trecentomila estoni nella gestione delle imprese e nella possibilità di avviarne di nuove.
Un fatto interessante per i nuovi ‘estoni’ è un programma online che offre la possibilità di sommare una cifra mensile equivalente alla procedura iniziale (100 euro) ottenendo così servizi contabili ed amministrativi: si è liberi da richieste di capitali minimi e l’impresa diventa quasi esente da pesi fiscali se i profitti vengono reinvestiti in Estonia. Nel caso in oggetto, fa gola l’accesso a 500 milioni di consumatori del Mercato Unico (che potrebbe presto chiudere i ponti al partner uscente).
I buoni rapporti con il Regno Unito
Tanti altri paesi si candidano ad accogliere le imprese d’oltremanica in un nuovo domicilio: dalla Francia fino a ‘piccoli’ stati come Malta e Cipro, passando per Portogallo e naturalmente Irlanda, si pianificano diversi fondi dedicati alle startup ed accordi per concedere dei passaporti commerciali. Il Governo Estone il primo luglio ha assunto la Presidenza di turno UE. Indipendentemente dalla presenza di Londra ai tavoli di Bruxelles e Strasburgo, l’Unione Europea punterà a buoni rapporti con il Regno Unito: l’Estonia parte favorita con i suoi programmi di E-cittadinanza ed Economia Digitale. Tallinn sta già lanciando i dadi su una nuova scommessa, progettando corsi per insegnare i vantaggi di questo modello ad alcuni vicini dell’Europa Orientale ed a paesi Extra Europei.