«Immagina una tecnologia che può garantirti la libertà e il potere di scelta, che ti dà l’opportunità di controllare da solo il tuo destino, senza che importi dove vivi o dove sei nato. Quanti nuovi strumenti e posti di lavoro potrebbe creare? Quante opportunità?».
Questa è la riflessione da cui parte il libro Blockchain Revolution di Don e Alex Tapscott, che indaga il futuro della blockchain, il protocollo che è alla base del funzionamento dei bitcoin. Anche chi non condivide fino in fondo l’entusiasmo dei due autori canadesi, non può essere cieco di fronte alla capacità della tecnologia di adattarsi a un’infinità di usi in campi diversissimi tra loro: dalla finanza, al retail, passando per assicurazione e sanità. Ecco una miniguida per capire cos’è la blockchain e perché rappresenta il futuro della Rete.
L’Internet della fiducia
La prima generazione della rivoluzione digitale è stata la cosiddetta Internet delle informazioni. La seconda sarà l’Internet della fiducia. Proprio “fiducia” (trust, in inglese) è una delle parole chiave per capire cos’è la blockchain. La definizione esatta della tecnologia è “libro mastro delle transazioni”. In altre parole un database condiviso su cui sono registrate tutte le operazioni e gli scambi che avvengono tra utenti sulla Rete, oggi di bitcoin, un domani di qualsiasi altro tipo di informazioni.
Anche se non è facile slegare i due concetti, quello della blockchain e dei bitcoin che nascono insieme dalla mente di Satoshi Nakamoto, con il tempo gli analisti del settore hanno capito che è proprio il “libro mastro decentralizzato” il vero valore su cui puntare. Mentre i bitcoin hanno svelato di avere falle da risolvere, i rialzi e i ribassi repentini del valore, gli scandali (come quelli di MT. Gox, la piattaforma di scambio di cripto moneta vittima di una truffa di 450 milioni di dollari), la blockchain ha dimostrato tutta la sua solidità. E non è un caso che nel tempo sia cresciuta la stima nei suoi confronti, tanto che finanza e big company stanno studiando soluzioni per adottarla all’interno del loro business.
4 plus che rendono la blockchain unica
Se la blockchain è sulla bocca di tutti lo deve soprattutto a quattro caratteristiche che la rendono unica. Vediamo quali sono i vantaggi che garantisce.
- Una riduzione dei costi associati alla transazione. Non c’è più intermediario, le operazioni avvengono in automatico attraverso un software. Quello che si risparmia sono i tempi dei controlli. Il computer di un’azienda è senz’altro più veloce, ma la sicurezza è scarsa. Per garantirla, servono controlli, carte da firmare, intermediari che aumentano i costi. In questo senso la Blockchain non è più veloce, ma è più sicura perché non richiede un’infrastruttura per la verifica dei dati
- La scomparsa di truffa e corruzione. Con Blockchain tutte le operazioni possono essere tracciate e verificate: il registro conserva tutte le informazioni sui trasferimenti di qualunque cosa, documenti, transazioni finanziarie, fino a oggetti fisici. Come nel caso della startup Everledger dell’americana Leanne Kemp, che ha sviluppato una soluzione per impedire le frodi assicurative nel campo dei diamanti con 40 informazioni su ogni singola pietra. Ogni volta che passa di mano il registra è aggiornato, vengono annotati i furti, rendendo la vita impossibile ai ladri che vogliono rivenderli o ai proprietari che fanno richiesta di indennizzo per poi rivendere la pietra. Insomma, invece di mettere i soldi nelle mani di una terza parte che potrebbe scappare o scomparire, lo smart contract è sicuro. Un malintenzionato dovrebbe corrompere tutti i nodi della rete. Ed è un’ipotesi inverosimile.
- La globalizzazione dei servizi. Pensa ai modelli assicurativi oggi che sono centralizzati e ancorati a uno spazio specifico (Paese, mercato, regione). Con Blockchain e il modello peer-to-peer, basterà avere una connessione Internet e una carta di credito per poter usufruire di servizi assicurativi in aeree dove prima non erano disponibili, per mancanza di domanda o mercato poco appetibile.
- Le trasparenza nelle operazioni. Gli scambi effettuati attraverso la blockchain sono visibili a tutti i partecipanti, garantendo così trasparenza nelle operazioni.
Perché fa gola a tutti
Sono le stesse caratteristiche della tecnologia ad aumentare gli appetiti di molti. Il database registra ogni forma di scambio o transazioni, senza possibilità di alcuna modifica (leggasi frode). Ogni dato è condiviso e distribuito su più nodi (“nodi” sono i computer che costituiscono la Rete della blockchain). Tutte le operazioni per essere approvate devono passare al vaglio degli stessi nodi che compongono la Rete, il 50% + 1.
Ora bastano queste poche informazioni per capire che la vera portata rivoluzionaria della blockchain è nell’eliminazione di ogni figura di intermediazioni e di controllo. Pensa adesso a quello che può significare tutto questo nel mondo bancario per esempio. Gli istituti finanziari spendono oggi cifre pantagrueliche (dai 65 agli 80 miliardi l’anno) per gestire le transazioni tra loro. Costi che sono perlopiù dovuti al metodo stesso dei trasferimenti che presuppone la presenza di un’autorità centrale che si occupa proprio delle verifiche. L’introduzione di un database condiviso come la blockchain, dove ognuna delle parti interessate può controllare lo stato della transazione, con un semplice log in, potrebbe all’eliminazione di ogni figura di mediatore, facendo risparmiare alle banche decine di miliardi l’anno e velocizzando, e aumentando di conseguenza, le transazioni.
Non solo la finanza, tutti i settori che vogliono la blockchain
Non solo banche e finanza, la blockchain può invadere campi più svariati. Potrebbe essere usata, per esempio, nel retail per sostituire contanti e carte di credito. Oppure nella sanità, per favorire la condivisione e lo scambio di informazioni tra medici e ospedali di cliniche diverse. Nell’immobiliare per velocizzare le operazioni di controllo: con tutte le informazioni su una Rete condivisa i compratori di un immobile potranno verificare in tempo reale che il proprietario di un appartamento lo possiede davvero. E ancora nell’Internet delle cose, per trasferire in modo più sicuro i dati tra oggetti hitech che devono interagire fra loro. E infine nel mondo assicurativo, agrifood e pubblica amministrazione…
I grattacapi della blockchain
Come ogni tecnologia, anche la più rivoluzionaria presenta punti e nodi irrisolti. La blockchain è in una fase decisiva e può fare il salto di qualità solo se riesce a superare alcuni ostacoli. Uno di questi riguarda la natura stessa del modello, il sistema decentralizzato e la sua capacità di adattarsi a contesti molto regolamentati come quello finanziario. Poi c’è la mancanza di standardizzazione tra “catene di blocchi” diverse. La blockchain non è l’unico modello di libro mastro decentralizzato. Ethereum del russo Vitalik Buterin, la blockchain degli smart contract, è l’altra più nota. Il problema di molte di questi DLT (distributed ledger technology) è che non sono interoperabili e questo ne limita la scalabilità. Queste sono solo due delle side che la blockchain dovrà affrontare se punta a diventare uno strumento di massa.
Le tre startup blockchain più finanziate di sempre
CB Insight traccia la classifica delle startup blockchain più finanziate di sempre (i dati sono fermi a maggio 2017). Tra queste troviamo Circle che ha raccolto 136 milioni di dollari. Nata come piattaforma di scambio di bitcoin, è divenuta poi un servizio che facilità lo scambio di denaro tra privati, usando protocolli di Internet aperti (come la blockchain). Al secondo posto Coinbase, sito per vendere, scambiare e depositare bitcoin o altre forme di cripto moneta che ha raccolto 117 milioni, di cui 100 in un unico round da record. E al terzo posto con 116 milioni, 21 INC, piattaforma che aiuta gli utenti a creare e vendere applicazioni attraverso la blockchain.