A finanziare la rete di cuoche casalinghe, un gruppo di manager e imprenditori italiani tra cui Daniele Ferrero, Emmanuel Osti, Marco Airoldi, Duccio Duranti, Niccolò Branca, Roberto Nicastro, Roberto Marsella e Marco Lucchini
Era nata in forma di associazione nel 2004 a Bologna come una “rete di massaie” che organizzavano nelle loro case piccoli e grandi eventi culinari, con l’obiettivo di salvaguardare cibi dimenticati e tramandare la tradizione enogastronomica regionale italiana. Ma oggi quello de Le Cesarine è diventato un vero e proprio business.
La startup dell’home food ha annunciato un aumento di capitale di un milione di euro. A sottoscrivere il finanziamento alla piattaforma di cucina casalinga italiana, una serie di imprenditori e manager del settore food, beverage e FMCG (fast mover consumer goods). Tra gli altri Daniele Ferrero, ad di Venchi; Niccolò Branca, ad e presidente dell’omonimo gruppo; Emmanuel Osti, ex managing director de L’Occitaine e ora investitore in startup; Marco Airoldi, ex CEO di Benetton group.
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Sviluppo internazionale
“I fondi raccolti – spiega il comunicato ufficiale – verranno impiegati nella promozione dell’offerta nei mercati esteri, con particolar focus su quelli anglosassoni oltre che nell’ampliamento del network di cuoche e ospiti, per garantire una copertura sempre più capillare del territorio e un conseguente arricchimento della proposta culinaria”.
Il round arriva a due anni dall’acquisizione del marchio da parte dell’imprenditore Davide Maggi, amministratore delegato della startup, che ha trasformato Le Cesarine nella principale piattaforma di cucina casalinga italiana insieme a Massimiliano Benedetti (ex capo della logistica e del marketing di Yoox).
Focus sui turisti stranieri
Dal 2004 al 2016 il network de Le Cesarine ospita, complessivamente, circa 5.000 turisti alle proprie tavole, il 90% dei quali stranieri. Dopo la nascita con il patrocinio del Ministero delle Politiche Agricole e con la collaborazione dell’Università di Bologna, la startup ha rinnovato e digitalizzato nel tempo l’offerta delle oltre 500 cuoche casalinghe distribuite su circa 90 città italiane.
In aggiunta, ha siglato collaborazioni con Expo, Coop, Fico Eataly World, adeguando l’offerta alle normative europee della sharing economy (Ddl 3258 del gennaio 2017) e ha finalizzato il fundraising volto allo sviluppo di network e offerta, sempre mantenendo fede alla mission iniziale: preservare e trasmettere uno dei più importanti patrimoni del Made in Italy, l’autentica cucina territoriale.
Il finanziamento arriva a poche settimane dalla consacrazione – da parte dei ministeri delle Politiche agricole alimentari e forestali e dei Beni culturali e del turismo – del 2018 ad “anno della cucina italiana nel mondo” e dopo un semestre di fermento del comparto. Nel settembre 2017, la piattaforma europea VizEat aveva infatti acquisito l’americana EatWith, che a sua volta aveva raccolto nel 2014, con un series A funding, 8 milioni di dollari.
Un mercato in crescita
L’operazione si inquadra in uno scenario che vede una spesa di 10 miliardi di euro da parte del turismo domestico nel nostro Paese e 8 da parte di quello incoming, dei quali il 18% impiegato in food & beverage e il 20% in “esperienze”: dati, entrambi, in rapida e continua crescita (fonti Eurostat, Enit, Istat, Bls.Gov, Unwto 2016).
L’offerta de Le Cesarine si rivolge quindi a un mercato da complessivi 2 miliardi di euro l’anno di spesa, nel nostro Paese, per “food + experience” con un potenziale di crescita di oltre il 40%.