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Ebbene si, dopo il fintech il nuovo trend sembra essere l’insurtech. Le startup della Silicon Valley si stanno preparando alla prossima ondata di disruption che travolgerà appunto proprio il settore assicurativo. Una tra tutte Lemonade, fondata da Daniel Schreiber e Shai Winninger, è una startup che si definisce come la prima peer-to-peer company delle assicurazioni e agisce con lo scopo di allargare il concetto di sharing economy tanto caro ai vari Uber e Airbnb, anche ad un’industria in cui il sentimento prevalente è sempre stato tutt’altro che collaborativo e di fiducia reciproca.

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Come funziona lemonade

Lemonade invece si propone proprio di operare un pooling di premi assicurativi dalla rete collaborativa delle persone iscritte al network. Il pot di denaro della piattaforma è usato per pagare i reclami di chi ha subito un sinistro e l’eventuale ammontare non utilizzato può essere prelevato e utilizzato dagli altri membri.

Il vantaggio per gli utenti è che in questo modello la compagnia assicurativa non guadagna dal rifiuto di ripagare il claim dell’utente ed è dunque chiaramente più ben disposta a far andare a buon fine “il contenzioso”. Anche per questo, sebbene quello assicurativo non sia un settore semplice, Lemonade sta crescendo. Aveva già raccolto 13 milioni di dollari in un seed round da Sequoia Capital, il maggiore di tutto il 2015. Nei primi mesi del 2016, poi, è stato fatto un altro passo in avanti: la startup è stata “backed by” la principali Assicurazioni mondiali tra cui Berkshire Hathaway.

Anche nel 2017 sentirà parlare sempre più di insurtech, di cui, oltre al p2p insurance ambito in cui opera Lemonade.com, si stanno facendo sempre più strada altri 3 trend:

1. Nuove fonti di dati e data modeling

Maggiore personalizzazione nei servizi con premi sui comportamenti virtuosi anche quotidiani grazie ai dati raccolti dai wearables, e dagli altri dispositivi Iot, oltre che dalle applicazioni su smartphone

2. Modello on/off

Modello assicurativo digital  e contestuale che darà la possibilità  di switchare tra copertura on e copertura off con casistiche di cui sentiremo sempre più parlare: dalla sharing insurance al pay per mile per le automobili. Un modello che sembra trovare consensi soprattutto tra i millennials, i più vicini alle dinamiche della sharing economy

3. Blockchain

Di blockchain tutti ne parlano, banche e istituti finanziari. Non potevano mancare le assicurazioni che stanno esplorando con sempre maggiore interesse i vantaggi che questa tecnologia è in grado di apportare soprattutto in ambito contrattualistica grazie agli smart contracts. Ma la disruption vera deve ancora arrivare e dalla Silicon Valley tutti i segnali fanno pensare che non ci sarà molto da attendere.

Emanuela Perinetti
@manuperinetti