Dal primo gennaio 2019 sarà possibile pagare anche online con il Bancomat. Almeno, sulle piattaforme che si affilieranno al circuito PagoBancomat. Così come nei negozi aderenti. In ogni caso, mentre prima la carta rilasciata dalla banca e collegata al proprio conto corrente non era minimamente utilizzabile per fare acquisti digitali, dal prossimo anno qualcosa cambierà con Bancomat Pay. E la carta di debito – di questo, tecnicamente, si tratta – si potrà sfruttare anche per pagare tasse e tributi. Ma procediamo con ordine.
37 milioni di titolari
I 37 milioni di titolari di una carta Bancomat potranno pagare di fatto tramite smartphone grazie all’integrazione del sistema Jiffy e a un accordo con la società Sia, leader europea nella progettazione, realizzazione e gestione di servizi tecnologici dedicati a istituzioni finanziarie, banche, Pa e imprese. Il primo, già usato da 5 milioni di persone e sfruttato anche da diversi istituti di credito, consente di pagare acquisti “inviare e ricevere denaro in tempo reale dallo smartphone in totale sicurezza utilizzando semplicemente il proprio numero di cellulare” oltre a effettuare acquisti online e nei punti vendita. Grazie all’adesione al progetto alla piattaforma PagoPa sarà inoltre possibile saldare tributi e tasse di ogni genere, dalle rette ai bolli, alle pubbliche amministrazioni centrali e locali così come a istituti scolastici, università, Asl e così via.
Come funziona Bancomat Pay
Così come già possibile con Jiffy l’opzione Bancomat Pay, che per il pagamento prevede solo il numero di telefono (non servono pin o carta per autorizzare l’operazione), sarà accessibile sia tramite un’app dedicata che integrata sulle applicazioni di home banking delle 440 banche affiliate al network. Una possibilità in più che promette di spingere l’ecommerce italiano così come i pagamenti con carta in generale: molti, infatti, non dispongono di carte di credito o conti PayPal e le piattaforme non accettano che quelle modalità di pagamento. Rimane tuttavia da verificare se i player più importanti, come Amazon e eBay, introdurranno il supporto a PagoBancomat. Al momento sembra complesso.
Una decisione che, come ha spiegato Alessandro Zollo, amministratore delegato di Bancomat, è nata per “accelerare il rinnovamento strategico attraverso importanti investimenti nel mercato dei pagamenti e consolidando le relazioni con le banche in un percorso condiviso di modernizzazione del Paese”. Non bastasse, per promuovere l’adozione, i costi interbancari per le transazioni sotto i 15 euro – in ogni caso, sia per i pagamenti online che nei negozi – saranno azzerati. “Il nostro obiettivo, attraverso l’acquisizione della tecnologia Jiffy è di portare il bancomat nei telefonini per permettere di effettuare pagamenti elettronici” ha aggiunto Zollo.
Come funziona Jiffy
Con Jiffy ci si può anzitutto scambiare denaro tramite smartphone: si scarica l’app, o si abilita la funzionalità in quella della propria banca, si associa il numero all’Iban, si forniscono le autorizzazioni e si è autorizzati a inviare e ricevere denaro con altri utenti abilitati Jiffy. Ma si possono anche utilizzare codici QR e i sensori di prossimità dello smartphone, per pagare con i Pos contactless. Gli esercizi convenzionati dovrebbero essere al lancio duemila, principalmente della gdo. Ma anche, come si spiegava, la Pubblica amministrazione tramite la piattaforma PagoPA. Per ora, l’80% delle transazioni di questo genere avviene ancora in contanti quanto in Europa non si supera il 60.