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Qualcuno non le ha mai viste; ad altri, invece, è capitato, e ricordano bene le difficoltà di cambiarle, magari dal tabaccaio all’angolo. Le banconote da 500 euro potrebbero sparire presto dalla circolazione. Il primo passo è compiuto: domenica 27 gennaio le banche centrali di 17 dei 19 paesi dell’Eurozona hanno smesso di stamparle, con l’eccezione di Germania e Austria. Per loro una proroga di tre mesi, fino al 26 aprile.

 

La scelta della Banca Centrale Europea risale al 2016, all’indomani degli attentati di Parigi: il taglio consente di spostare in poco spazio e in maniera non tracciabile grandi quantità di denaro. L’ideale per organizzazioni criminali e terroristiche, ma anche per gli evasori fiscali. Un esempio può chiarire la questione: trasportare un milione di euro in banconote da 500 pesa solo 2,2 kg, e occupa più o meno la capienza di una borsa da donna. La stessa cifra in tagli da 50 peserebbe 22 kg e occuperebbe per intero una valigia e mezza.

 

500 euro

E’ stata proprio la Francia a spingere per cessare la stampa: “Sono usate per nascondere le cose, molto più spesso che per comprarle” commentava con efficacia nel 2016 l’allora ministro delle Finanze Michel Sapin. Una posizione che va di pari passo con una certa propensione transalpina a pagare con strumenti elettronici.

 

Diversamente la pensavano, e la pensano, a Berlino. In Germania i pagamenti cash sono ancora molto diffusi, come ben sanno gli albergatori della Riviera Romagnola, che si vedono saldare conti salati con enormi fasci di biglietti multicolore.

 

Un “problema” delle economie avanzate

La banconota da 500 euro, insieme a quella svizzera da 1000 franchi, a quella da 100 dollari e un numero limitato di altre occupa un posto di rilievo nella lista delle più “pesanti” del pianeta. Qualcuna è sparita nel corso degli anni: nel 2000 il Canada ha abolito i biglietti da 1.000 dollari locali, Singapore l’ha imitato nel 2014 con quelli da 10.000$.

 

Solo pochi paesi, in gran parte tra quelli più avanzati, emettono banconote di grosso taglio. Ma il loro impatto corrosivo, al contrario, si registra ovunque – scriveva in un paper del 2016 Peter Sands, ex banchiere e e consulente del governo britannico, oggi direttore del Global Fund to fight AIDS, Tuberlosis and Malaria. Il titolo dell’articolo, scritto per un corso tenuto ad Harvard, è inequivocabile: “Making it harder for the bad guys“.

Le alternative per trafficanti ed evasori: vecchi e nuovi metodi

Ma esistono forme di pagamento alternative comparabili alle banconote di grosso taglio per trafficanti ed evasori? In realtà, un’analisi comparata mette in luce come il denaro contante sia ancora lo strumento incontestabilmente migliore per ogni attività illecita. Accettato ovunque, facile da trasferire e da scambiare, garantito da banche centrali solide, non ha paragoni per versatilità. L’oro è un bene rifugio, ma è pesante e difficile da trasportare, oltre che da scambiare. I diamanti sono più maneggevoli, ma quasi impossibili da convertire. Per non parlare delle criptovalute, a cominciare dai bitcoin, il cui valore può oscillare pesantemente da un giorno all’altro, fino ad annullarsi.

 

Sands sottolinea che i vantaggi di un’abolizione dei biglietti da 500 euro si perderebbero di molto se, parallelamente, aumentasse la produzione di tagli da 200 o 100. I criminali, i “bad guys” – come vengono chiamati nello studio – comincerebbero a utilizzarle in maniera massiccia. Tutto come prima, o quasi, con buona pace di chi sperava in una svolta.

Ritiro dei 500 euro: c’è una data?

Il prossimo passo della BCE, non ancora ufficializzato, potrebbe essere, quindi, il ritiro dalla circolazione: ma appare chiaro che si dovranno vincere resistenze culturali e politiche.

 

La Svezia, dove l’80 % dei pagamenti avviene in forma elettronica, ha tracciato la strada. Il paese nordico si è dato l’obiettivo di abolire il cash entro il 2023, e potrebbe riuscirci, se è vero che anche i mendicanti chiedono l’elemosina mettendo in bella vista un cartello con il QR code.

 

Ma la cashless society non è una strada per tutti. I contanti servono ancora, e molto, in caso di emergenza, in zone di guerra, in paesi in cui il sistema bancario non è affidabile. Lungi dall’essere il male assoluto, garantiscono un certo margine di manovra agli oppositori di regimi autoritari in grado di bloccare i conti correnti: il caso della Cina, dove i pagamenti elettronici sono molto diffusi, è emblematico. Ma anche in Europa ci sono governi a rischio.  E c’è chi sospetta che l’amore mai scoppiato tra i tedeschi e la moneta elettronica abbia a che fare con lontane reminiscenze della polizia politica comunista.

 

Anche il cinema si è occupato, a proprio modo, della questione: la scena finale di Fight Club, film cult del 1999 con Edward Norton e Brad Pitt, mostra il tentativo di tornare a un mondo più umano distruggendo i palazzi delle principali società di carte di credito. Come spesso accade, l’arte  anticipa le paure inconsce delle società. A volte, di parecchi anni.