Digital Magics, Università Lumsa, Gruppo Bnl e mercato “San Lorenzo” insieme per il primo incubatore verticale sulle startup food della città
Agricoltura, innovazione tecnologica, turismo. Sono le tre parole chiave che hanno dato vita a “San Lorenzo Lumsa Digital Hub”, l’incubatore verticale nato a Palermo per dare supporto alle startup che operano nel settore agroalimentare.
Un progetto per rilanciare una parte del Sud Italia, un’opportunità per il capoluogo siciliano che è pronto a dare spazio – fisico e virtuale – a chi ogni giorno affronta le sfide digitali con la capacità di attrarre interessi da tutt’Europa. Il primo mattone è stato messo da Digital Magics, dall’Università Lumsa, dal Gruppo Bnl e dal mercato “San Lorenzo” una realtà enogastronomica che ha cambiato il volto di un quartiere della città.
Un’inaugurazione in grande stile alla presenza di tutti gli attori e con l’emozione di chi sa di tenere a battesimo un sogno tirato fuori dal cassetto al momento giusto.
L’inaugurazione
Il taglio del nastro è stato fatto nella grande corte del gusto, il mercato metropolitano di San Lorenzo dove trovano posto 50 postazioni di coworking, una sala eventi da 200 posti, una sala riunioni. A fare da padrone di casa Dario Mirri, il fondatore di “San Lorenzo”: “Questo luogo è nato per essere una destinazione, un posto dove venire perché c’è qualcosa di utile e interessante. Un modo per dimenticare anche pagine negative della storia della città che hanno coinvolto questo quartiere. San Lorenzo si presenta da oggi anche come luogo d’incontro per le aziende storiche e nuove in modo che possano fare Rete. Vogliamo offrire uno spazio fisico, un incubatore del settore food. E’ un modo per rilanciarci ancora una volta”. Un progetto nato grazie alla sinergia del pubblico e del privato, tutti uniti da un solo obiettivo: lo sviluppo di un open space dove tecnologia, innovazione, aziende e persone si incontrano per affrontare le sfide digitali che compongono l’intero ecosistema delle startup. L’hub si configura come il luogo fisico dove le startup possono testare le proprie tecnologie innovative collaborando con partner industriali e aziende del network che entrano progressivamente nel mercato di riferimento grazie alla continua attività di mentorship e tutoring.
Un progetto che nasce in Digital Magics con il supporto di Lumsa e Bnl
A credere in questo progetto è stata soprattutto la Lumsa che martedì era rappresentata dal suo Magnifico Rettore Francesco Bonini: “Celebriamo i vent’anni della nostra università. Questa è la cornice in cui abbiamo collocato questa iniziativa. Vogliamo fare università in modo contemporaneo. Siamo una realtà che cambia, che deve seguire le necessità del tempo. Siamo convinti di sostenere questa impresa per creare le giuste sinergie”.
Importante il supporto tra Digital Magics Palermo e i partner industriali. Alessandro Arnetta di Digiatl Magics Palermo è consapevole del suo ruolo: “Vogliamo fare una piattaforma per importare qui a Palermo anche altri incubatori europei. Riusciamo a portare in Sicilia tantissima gente, molti giovani che vogliono iniziare un percorso. Le aziende sono un punto importantissimo”.
Arletta dal canto suo porta un potenziale altissimo: Digital Magics Italia fondata nel 2004 oggi conta un portfolio di 70 startup e 43 milioni di raccolti che hanno creato 500 posti di lavoro. Numeri che consentono a Digiatl Magics di essere l’incubatore leader in Italia con una dislocazione nazionale. Per loro l’innovazione digitale è la leva necessaria per consentire alla filiera agroalimentare e turistica di crescere e affrontare con successo le prossime sfide del mercato digitale. Una scommessa che conosce bene Marco Tarantola, direttore divisione commercial e private bankig di Bnl che sul palco del mercato di San Lorenzo ha sottolineato: “La grande industria a causa dei trasporti negli ultimi anni non ha attecchito. La micro imprenditorialità legata all’ agro-allevamento piuttosto che alla tecnologia creano, invece, un fattore differenziante. Mettere insieme agricoltura e tecnologia è necessario. Le banche devono agire con una maggiore vicinanza al territorio: abbiamo incontrato tanti imprenditori interessati a questo progetto”.
Convinto dell’investimento fatto è soprattutto Marco Gay amministratore delegato di Digital Magics: “Abbiamo deciso di prendere il made in Italy e farlo diventare Digital made in Italy. E’ un dovere far crescere questo ecosistema. Abbiamo tre obiettivi. Il primo: dimostrare che quando ci sono le opportunità si raggiungono i traguardi. Secondo: è un falso problema dire che mancano i soldi. Le Startup che crescono in maniera solida possono avere successo. Terzo: quando esiste una sinergia tra pubblico e privato c’è un Paese che cambia Abbiamo aziende che sono partite dalla Sicilia e da altre regioni e sono in tutto il mondo”.
Le startup di San Lorenzo
Dalle parole ai fatti. A San Lorenzo le startup si sono presentate al grande pubblico lasciando a bocca aperta ancora una volta i più increduli. E così abbiamo scoperto “TripoOw” il primo vero operatore turistico digitale nato per consentire alle persone di scegliere le combinazioni migliori tra voli e hotel. Samuele Furfaro ha presentato “Macingo”, il sito web che facilita l’incontro tra domanda e offerta di mercato e Luca Milazzo ha stupito tutti con “Momo” una lampada di design made in Italy che riconosce il pianto di un bambino, la rottura di un vetro: un sistema in grado di proteggere e occuparsi di casa e ufficio. Sul palco sono saliti anche Salvo Panariello con “Keye” la piattaforma che osserva il comportamento dei consumatori e per chi si stressa a parcheggiare ora c’è “Tiportiamo” che trova parcheggio dove e quando vuoi a un prezzo conveniente.