Il Fondo Nazionale Innovazione con una dotazione iniziale di 1 miliardo di euro opererà come fondo dei fondi e attraverso investimenti diretti in startup e PMI innovative.
Invitalia ha concluso l’operazione di cessione di una partecipazione pari al 70% del capitale sociale detenuto in Invitalia Ventures SGR. Un percorso che avviato con l’approvazione della Legge di Bilancio, annunciato a SIOS18 e poi in un evento dedicato lo scorso 3 marzo vede finalmente la costituzione del Fondo Nazionale Innovazione, veicolo Invitalia-CDP che rappresenterà il perno della politica industriale in ambito startup e innovazione di questo governo.
Il Fondo Nazionale Innovazione con una dotazione iniziale di 1 miliardo di euro opererà come fondo dei fondi e attraverso investimenti diretti in startup e PMI innovative.
“Oggi è una giornata storica per l’innovazione italiana. Con il Fondo Nazionale Innovazione e le altre misure messe in campo nel nostro primo anno di Governo per il digitale contiamo di fare dell’Italia un Paese amico dell’innovazione facendo rientrare le tante startup fondate da italiani che operano in altri Paesi europei e non. Continuiamo a lavorare incessantemente per il futuro, per il bene del nostro Paese e dei nostri giovani, che con le loro idee costituiscono e costituiranno la spina dorsale dell’economia italiana” ha dichiarato il Ministro Luigi Di Maio.
Il fondo nazionale per l’innovazione è una delle leve strategiche per la realizzazione di quella che Di Maio chiama “la Smart Nation”, con una dotazione finanziaria, prevista nella Legge di Bilancio 2019, di circa 1 miliardo di euro e che verrà gestito da Cassa Depositi e Prestiti punta ad essere un elemento abilitante per investimenti ad alto moltiplicatore occupazionale
“Le iniziative di questi ultimi mesi sono sicuramente interessanti e vanno nella direzione di consolidare il trend positivo che si è registrato in Italia negli ultimi 2 esercizi e di colmare almeno parzialmente il gap “mostruoso” che l’Italia ancora ha verso le altre economie europee, per non parlare di quelle US o cinese. Dal nostro punto di vista di operatori riteniamo che quanto più queste risorse saranno investite in modo da permetterci di attirare ora o in futuro, gli investitori istituzionali su questa asset class, quanto più saremo in grado di gettare le fondamenta per un mercato del venture capital sano e stabile negli anni a venire. E quindi a sviluppare un canale per il finanziamento della nuova imprenditoria e dell’innovazione che aiutino la nostra economia a rimanere competitiva di fronte ai cambiamenti tecnologici che in questi anni hanno stravolto intere industry” è il commento di Andrea Di Camillo, Fondatore del fondo di Venture Capital P101 e membro dell’advisory board di StartupItalia
Il Venture Capital sarà proprio lo strumento operativo del Fondo Nazionale Innovazione con investimenti diretti e indiretti in minoranze qualificate nel capitale di imprese innovative con Fondi generalisti, verticali o Fondi di Fondi, a supporto di startup, scaleup e pmi innovative. L’obiettivo è anche, si legge nel sito del Mise, è difendere l’interesse nazionale contrastando la costante cessione e dispersione di talenti, proprietà intellettuale e altri asset strategici che nella migliore delle ipotesi vengono “svendute” all’estero con una perdita secca per il sistema Paese.
Per Gianluca Dettori, uno dei primi ad aver investito in VC in Italia e Presidente di Primo Miglio “La partenza del Fondo Nazionale Innovazione è un passo fondamentale per determinare il cambio di passo nel mondo delle startup Italiane auspicato da tutti e per far fare il salto di qualità al venture capital in Italia. Adesso che tutto l’iter formale per attivare la riforma si è completato è fondamentale che Cassa Depositi e Prestiti proceda rapidamente con le nomine dei responsabili e auspicabilmente dopo l’estate il fondo si possa attivare con i primi investimenti”
Il Fondo Nazionale Innovazione investirà in:
- un fondo di fondi dedicato a investimenti in fondi di venture capital gestiti da società autorizzate da Banca d’Italia o direttamente in startup e/o piccole e medie imprese
- co-investimento con investitori privati indipendenti, nella misura del 30%
- interventi in regime di esenzione con apporto di co-investitori privati fino al 60%, con limite max di 15 milioni di euro per pmi
- investimenti in società quotate fino al 15%
Insieme al Fondo Nazionale Innovazione, che nasce con 440 milioni di euro di risorse di Invitalia, 90 milioni dal MISE, 470 da CDP e il 10% degli utili derivanti dalle società partecipate dal MEF, qualche giorno fa è stato pubblicato c’è anche il decreto che stabilisce i termini e le modalità di iscrizione per i Voucher Innovation Manager e giusto ieri la procedura di selezione dei progetti di sperimentazione e ricerca da ammettere al finanziamento del Programma di supporto alle tecnologie emergenti 5G per un totale di 5 milioni di Euro.
L’obiettivo è quello di realizzare progetti di sperimentazione, ricerca applicata e trasferimento tecnologico, basati sull’utilizzo di tecnologie quali Blockchain, Intelligenza Artificiale , Internet delle cose , collegate allo sviluppo delle reti di nuova generazione realizzati da enti pubblici, agenzie, enti di ricerca, e università, che possano costituire dei volani per lo sviluppo imprenditoriale sul territorio, con particolare riferimento alle PMI ed alle startup innovative e favorire il trasferimento tecnologico verso tali categorie di imprese.
Come dichiarato dal Ministro Di Maio: “L’Italia deve acquisire un ruolo trainante nello sviluppo delle tecnologie emergenti quali 5G, Intelligenza Artificiale, IOT, per rendere il nostro Paese protagonista del cambiamento, coinvolgendo tutti gli attori dell’ecosistema, dalle istituzioni, ai centri di ricerca, alle Università fino ad arrivare allo startup”.