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Dogecoin sta davvero decollando verso la Luna? L’iperbole è presa in prestito dal linguaggio social di Elon Musk, CEO di Tesla e tra gli attori più importanti del mondo crypto. Le prestazioni della moneta meme sono sì stupefacenti (il valore è salito di oltre il 500% nell’ultimo mese), ma il confronto con bitcoin, la criptomoneta per eccellenza, è ancora impietoso. Quest’ultima, infatti, ha attratto l’attenzione di colossi (come Tesla, che ci ha investito 1,5 miliardi di dollari); Dogecoin, invece, resta ancora sul terreno dell’ironia, come ci ha spiegato Ferdinando Ametrano, amministratore delegato di CheckSig e docente all’Università Bicocca di Milano. «Potrei azzardare che Dogecoin è po’ come il LOL del mondo crypto – ha commentato – non si è mai presentato come un esperimento serio, piuttosto come uno scherzo».

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Dogecoin: non è bitcoin. Ma non è shit coin

In una precedente intervista a StartupItalia, Ametrano aveva analizzato le performance di bitcoin negli ultimi anni, ponendo una netta distinzione tra questa e le altre shit coin (non serve la traduzione). «In un mondo dove tutti millantano, fin dalla nascita Dogecoin si è sempre presentata come uno scherzo. Mi verrebbe da dire che ispira simpatia». In questi mesi abbiamo seguito l’evolversi della cosiddetta finanza decentralizzata, dai casi GameStop al successo degli NFT, cercando di capire di più su questo mondo che avanza spinto anche dalla grancassa social.

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Ma qual è la differenza più marcata tra bitcoin e Dogecoin? «Un investimento in bitcoin è un investimento a tutti gli effetti – risponde Ametrano – mettere soldi in Dogecoin è invece come partecipare a una burla o alla lotteria dell’oratorio. Può essere che si festeggi, oppure no. Dogecoin non ha nemmeno un vero mercato: i volumi scambiati sono ridicoli. Doge è un fenomeno folkloristico: ma siccome non ci prova nemmeno a essere serio, non suscita il mio disprezzo».

Cripto e disuguaglianze

Di fronte ai rally del mondo criptovalute, con valori che impennano o crollano anche sulla base di tweet estemporanei o campagne che si infiammano sui social, molti potrebbero obiettare e sollevare critiche contro una deriva speculativa. Il fatto che i super ricchi come Elon Musk non nascondano neppure il divertimento nel manipolare questi mercati a suon di tweet non è un segnale negativo? Chi garantisce che questa nuova finanza non accentuerà le disuguaglianze sociali ed economiche? «È indubbio che le disuguaglianze ci siano, ma voglio sottolineare questo: chi oggi è miliardario o si è arricchito grazie ai bitcoin non lo è perché gli sono piovuti i soldi dal cielo. Era un’opportunità aperta a tutti, ma che solo pochi hanno saputo cogliere, affrontando significativi rischi finanziari che oggi vengono remunerati».

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