Italian Tech Alliance e InnovUp sono intervenute con un comunicato congiunto per commentare le modifiche al Ddl Concorrenza, depositate alla Camera dei Deputati. Tra le principali novità introdotte le due associazioni citano la norma che coinvolge maggiormente gli investitori istituzionali, chiamati a destinare – per poter fruire degli attuali incentivi fiscali – una quota degli investimenti qualificati nell’asset class del venture capital pari al 5% nel 2025 e al 10% negli anni successivi. Francesco Cerruti, Direttore Generale di Italian Tech Alliance, ha dichiarato: «Ci sono ancora margini per rendere le misure più incisive ed efficaci sia in questo che in altri provvedimenti: perciò continueremo a lavorare con l’obiettivo di contribuire alla crescita dell’ecosistema anche dal punto di vista normativo».
Ddl Concorrenza: quali sono le modifiche
Delle recenti modifiche al Ddl Concorrenza le due associazioni evidenziano la sostituzione del nuovo requisito dei 20mila euro di capitale sociale e del dipendente, per la permanenza nel registro delle startup innovative, con una serie di requisiti alternativi da ottenersi dopo il terzo anno e la possibile estensione da cinque a nove anni qualora siano soddisfatti ulteriori parametri ancor più sfidanti. Si tratta, secondo le due realtà, di una gradualità che consentirà di premiare le aziende capaci di confrontarsi con il mercato e raggiungere una dimensione internazionale.
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«Con l’approvazione dell’emendamento presentato dal Governo al DDL Concorrenza si conclude il lungo percorso avviatosi durante il nostro evento per i 10 anni dello Startup Act con l’appello per un aggiornamento di quel framework normativo. Una revisione della norma del 2012 che oggi, finalmente, vede la luce grazie alla collaborazione tra le Associazioni e le Istituzioni e al lavoro dei tanti professionisti che hanno contributo a questo risultato», ha aggiunto Giorgio Ciron, Direttore di InnovUp.
Citati poi l’innalzamento delle agevolazioni fiscali per chi investe in startup dal 50% al 65% e la possibilità di continuare a beneficiare degli incentivi anche in caso di fallimento della startup, oltreché l’anticipazione della fruizione del beneficio in caso di investimento con convertendo; e infine Italian Tech Alliance e InnovUp sottolineano nelle modifiche al Ddl Concorrenza l’estensione del nuovo credito d’imposta per gli investimenti in startup realizzati da incubatori certificati anche agli acceleratori certificati.