«Il DDL Capitali è in via di approvazione massimo la settimana prossima. Con il ministro Giorgetti ci siamo fissati come obiettivo 12 mesi per la delega, non 24. Vogliamo dimostrare al mercato che non scherziamo». Federico Freni, sottosegretario al Ministero dell’economia e delle finanze, ha dato questo come orizzonte di tempo per una legge che investitori e PMI attendono da tempo. Lo ha fatto durante la seconda edizione di Novas, equity conference promossa da illimity e tenutasi a Milano. In una tavola rotonda con diversi stakeholder sono stati toccati gli elementi positivi della norma, evidenziando le criticità strutturali italiane e tenendo sempre a mente un mercato, quello nazionale, che per quanto riguarda il segmento growth fatica ad accelerare.
I contenuti del DDL Capitali
Prima di analizzare i contenuti della tavola rotonda organizzata da illimity diamo un veloce quadro sul che cos’è il DDL Capitali: alla base della legge delega c’è l’obiettivo dell’esecutivo di riformare il Testo Unico della Finanza (TUF), risalente al 1998. Sburocratizzare e rendere più snello il mercato dei capitali per le PMI che vogliono sondare la strada della quotazione e del mercato regolamentato sono alcuni degli obiettivi condivisi con gli operatori, siano essi aziende, investitori o banche. Il disegno di legge Capitali era stato approvato nella primavera 2023 dal Consiglio dei Ministri. A ispirarne i contenuti è stato il Libro Verde “La competitività dei mercati finanziari italiani a supporto della crescita” promosso dal MEF nel 2022 e che ha proprio quegli obiettivi di competitività per dare una spinta al mercato dei capitali. In un momento macroeconomico che lo stesso sottosegretario Freni ha ribadito essere complesso, le PMI non guardano ancora alla quotazione come strada per crescere. Pur essendo molto tecnico come testo ne riassumiamo alcuni punti rilevanti.
Il DDL Capitali riduce gli oneri a carico di quei soggetti che vogliono quotarsi, stabilisce misure a favore degli aumenti di capitale, modifica l’esercizio del voto plurimo. «L’elemento essenziale di questo pacchetto sta nel fatto che il governo ha ascoltato il mercato – ha commentato Rosalba Casiraghi, Presidente di illimity -. Ci sono tanti piccoli interventi a costo zero, ma che messi insieme possono fare la differenza». Di fronte a un’economia in continua evoluzione e a tecnologie che procedono spedite è senz’altro importante la questione dei tempi di approvazione da parte della politica (nello specifico del Parlamento). «Entro fine 2024 il mercato dei capitali avrà un nuovo TUF», ha dichiarato il sottosegretario Freni.
Le proposte
Alla tavola rotonda ha partecipato anche Paola Fico, Head of Italy Regulation di Borsa Italiana, secondo la quale il DDL Capitali va apprezzato per «l’ossessione per la semplificazione e la razionalizzazione. Il driver è fare un sanity check della normativa che si è stratificata». Proprio Borsa Italiana ha ricordato che il segmento Growth – l’Euronext Growth Milan – lanciato nel 2009, resta la strada per le PMI che vogliono crescere. I problemi, come accennato, non sono stati nascosti. «Ci sono 18,5 miliardi di fondi PIR che sulle PMI non sono arrivati. La drammaticità riguarda proprio la raccolta», ha sottolineato Giovanni Natali, Presidente di Assonext.
Posizione condivisa da Massimo Fuggetta, fondatore e chairman di Bayes Investments: «Bisogna creare una domanda naturale di investitori istituzionali di lungo periodo, seguendo il modello francese. Abbiamo fondi pensione e casse di previdenza che gestiscono oltre 300miliardi di euro. Basterebbe l’1% per cambiare le cose radicalmente». 3 miliardi che servirebbero da stimolo e volano per il segmento growth. «Un fondo di fondi che arriva a 3 miliardi, cominciando da CDP e invitando altri soggetti a partecipare. Si darebbero in gestione queste risorse dedicate all’economia domestica». A Novas si è portato infine il caso di Erfo, società fondata a Messina dieci anni fa e specializzata nella produzione di integratori alimentari e che ha scelto la strada della Borsa. «L’IPO ci ha permesso di riscoprire la nostra azienda – ha commentato il presidente Alex Cuté -. Ci siamo quotati poco più di un anno fa, con un incremento dei ricavi del 20% e una marginalità del 30%. La situazione di cassa ci permette di guardare al futuro con fiducia».