«Da che parte vuole stare la politica in questa partita? Continuano ad arrivarci messaggi contrastanti. Da una parte si approvano “disposizioni per la promozione e lo sviluppo delle startup e delle piccole e medie imprese innovative mediante agevolazioni fiscali e incentivi agli investimenti” e dall’altra si elimina la soglia minima alla web tax, andando a impattare negativamente questo tessuto vibrante di piccole e medie e imprese che sta portando nuova linfa vitale alla nostra economia».
Diyala D’Aveni, Head of Vento, il programma di venture building di Exor Ventures, commenta così la notizia che da giorni preoccupa l’ecosistema. Se approvata senza emendamenti, la norma presente nella legge di Bilancio imporrà una tassa del 3% sul fatturato a tutte le società che operano nel settore digitale.
Web tax, quanto peserebbe sull’ecosistema?
«L’ecosistema delle startup in Italia – prosegue D’Aveni allargando la riflessione sulla web tax – può giocare un ruolo chiave nel nostro Paese. Dal 2018 ad oggi ha creato oltre 300mila nuovi posti di lavoro. Guardando alla Francia, dove ha creato oltre 1 milione di posti di lavoro, sappiamo che il potenziale di crescita è molto grande. Come se non bastasse sappiamo che in media questo ecosistema crea posti di lavoro altamente qualificati che ci aiutano a fermare questa emorragia di talenti che il l’Italia sta vivendo».
C’è ancora tempo per intervenire e correggere la norma sulla web tax che avrebbe un impatto negativo sulle aziende come riportiamo da giorni sul magazine attraverso le voci di imprenditori e VC. «Non possiamo permetterci di sprecare questa opportunità che abbiamo di far rimanere i nostri migliori talenti in Italia e creare una nuova generazione di imprese: è il momento di essere coerenti e uniti e camminare tutti verso la stessa direzione».