Quest’anno si prospetta cruciale per l’Italia nel contesto del commercio internazionale. L’export oggi rappresenta circa il 40 % del nostro PIL. Dopo un 2022 caratterizzato da una crescita significativa (+9,9%), le esportazioni italiane hanno rallentato nel 2023 (+0,8%) mentre secondo le previsioni elaborate da Marta Bonati, Country Manager dell’istituto finanziario Ebury Italia, quest’anno sarà quello della crescita, sebbene moderata, del 2,3%, sotto i ritmi pre-pandemia.
Leggi anche: L’Import-export tra Italia e Germania cresce: nei primi sei mesi del 2023 vale 86,5 miliardi
L’export italiano nel 2024
Il calo nel tasso di crescita dell’export di beni dell’anno appena passato è legato alla diminuzione della domanda mondiale, specialmente nei principali mercati di destinazione dei prodotti italiani, quali Germania e Stati Uniti. Nei primi 8 mesi del 2023, l’export manifatturiero si è ridotto (-1,0% rispetto allo stesso periodo 2022, a prezzi costanti) facendo registrare poche variazioni positive. L’export di autoveicoli ha, invece, realizzato il maggior incremento (+19,1%), compensando la debole crescita del 2022. Seguono l’occhialeria, i macchinari (primo settore per peso dell’export), gli altri mezzi di trasporto, in forte decremento rispetto al 2022, e i prodotti farmaceutici, che avevano registrato una crescita significativa nel 2022. Quest’anno, si prevede un’ulteriore crescita dell’export di autoveicoli e occhialeria; mentre i settori farmaceutico e dei macchinari manterranno un ruolo chiave. Nel 2024, i settori della sostenibilità, dei beni ambientale e del digitale, secondo le previsioni di Ebury Italia, si consolideranno come veri e propri acceleratori per le esportazioni italiane, soprattutto per quanto riguarda le PMI, il cuore dell’economia italiana. Gli investimenti green prospettano per il biennio 2025-26 un’accelerazione che potrebbe superare il 14% annuo.
I mercati d’interesse
Per quanto riguarda i mercati, l’export italiano continua a privilegiare quelli consolidati, tra cui la Germania, gli Stati Uniti, la Francia e la Cina. Nei primi 9 mesi del 2023, le esportazioni italiane hanno registrato un +10,1% per USA, +25,2% per il Giappone e +9,1% per UK. Tuttavia, si sta assistendo a un’espansione verso alcuni mercati emergenti come i Paesi del Golfo, l’India, la Thailandia, il Vietnam, il Messico, il Brasile e la Croazia, offrendo nuove opportunità per il Made in Italy. L’export italiano nei paesi OPEC è cresciuto del +42% nei primi 9 mesi dell’anno scorso. Sempre secondo l’analisi di Marta Bonati, tuttavia, il conflitto russo-ucraino e quello israelo-palestinese potrebbero incrementare la frammentazione geopolitica, con effetti negativi sull’economia globale e anche sul commercio internazionale, verso una spinta a un nuovo aumento del prezzo del petrolio, che potrebbe trascinare in alto anche le quotazioni di altre commodity energetiche, accrescere ulteriormente l’incertezza e determinare un calo della fiducia di persone e imprese. Ma nonostante le sfide globali, l’export italiano mostra segni di resilienza e capacità di adattamento. L’inflazione dovrebbe ridursi per effetto delle conseguenze delle politiche monetarie restrittive attuate dalla BCE e il Pil italiano è atteso in crescita dello 0,7%, considerando comunque le oscillazioni nei tassi di cambio, che possono influenzare significativamente la competitività dei prodotti italiani sui mercati internazionali e i margini di profitto delle aziende esportatrici. Il 2024 si delinea, secondo le previsioni, come un anno di opportunità per rafforzare la presenza dell’Italia sui mercati internazionali, riorientare la parte dei flussi, diversificare i mercati di sbocco e promuovere un modello di sviluppo sostenibile e innovativo.