I complessi rapporti con il Paese arabo, che tra sport washing e investimenti nei videogiochi cerca di rifarsi l’immagine
Il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, e il ministro degli Investimenti dell’Arabia Saudita, Khalid Al-Falih, hanno siglato oggi, lunedì 4 settembre, un protocollo di intesa nel corso del Forum italo-saudita in corso a Milano. L’obiettivo di questo memorandum of understanting è spingere sugli investimenti e sulle collaborazione tra le imprese dei due Paesi. «Stiamo considerando, dopo aver firmato l’accordo tra il Regno dell’Arabia Saudita e la Repubblica italiana, di portare avanti altri investimenti in Arabia Saudita. Questo è il nostro intento», così si è espresso il ministro Urso.
Come ricorda Reuters la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha spianato la strada verso una collaborazione più stretta con Riad. Una delle mosse più discusse è stata il recente ritiro dell’embargo sulla vendita di armi all’Arabia Saudita. Il protocollo di intesa avrà una durata di due anni e come documento formale si pone ovviamente l’obiettivo di favorire il dialogo tra ecosistemi tecnologici ed economici.
Il dibattito attorno all’Arabia Saudita va avanti da tempo. Al netto del protagonismo nel mondo del calcio, Riad sta investendo miliardi anche in altri settori – dai videogiochi al biotech – per costruire un’immagine di Paese arabo non più legato ai petroldollari. Ovviamente ogni passo avanti fatto in ambito industriale non può coprire in alcun modo il dramma della violazione dei diritti umani, civili e sociali perpetrata dal regno saudita. Proprio nei giorni scorsi abbiamo scritto di una condanna a morte per un cittadino dell’Arabia Saudita, accusato di aver postato e condiviso sui social critiche al regime del principe bin Salman.