«Non ha mantenuto fede alla promessa di diventare una valuta digitale decentralizzata globale ed è ancora poco utilizzato per trasferimenti legittimi. L’ultima approvazione di un Etf non cambia il fatto che Bitcoin non è adatto come mezzo di pagamento o come investimento». Ulrich Bindseil e Jurgen Schaaf sono gli autori di un post pubblicato sul blog della Banca Centrale Europea, nel quale in buona sostanza viene riconfermato l’estremo scetticismo che Francoforte nutre nei confronti della creatura di Sathoshi Nakamoto. Nel frattempo negli Stati Uniti la SEC ha autorizzato diversi ETF di Bitcoin, proseguendo in un percorso di istituzionalizzazione della criptovaluta.
Perché la BCE non è entusiasta di Bitcoin?
La BCE è da anni critica sul fronte crypto e gli stessi autori dell’articolo pubblicato nelle scorse ore online avevano firmato un post analogo alla fine del 2022 (ne abbiamo scritto qui). All’epoca Bindseil e Shaaf scrivevano di una crisi imminente che avrebbe spinto l’asset verso l’irrilevanza. I numeri, però, dicono altrimenti: la criptovaluta ha registrato un +112% rispetto all’anno scorso con un valore attuale di più di 50mila dollari. C’è stato sì un lungo periodo di oscillazioni e incertezze, ma ciò rientra nella volatilità di questo asset digitale.
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«La storia del Bitcoin è stata caratterizzata dalla manipolazione dei prezzi e da altri tipi di frode», scrivono gli autori del post, aggiungendo che «negli Stati Uniti, l’approccio della SEC agli ETF su Bitcoin ha inizialmente comportato dei compromessi, favorendo gli ETF a termine per la loro percepita minore volatilità e il minor rischio di manipolazione dei prezzi».
Il verdetto di Francoforte
Nella conclusione del post Bindseil e Schaaf commentano così: «La capitalizzazione di mercato quantifica il danno sociale complessivo che si verificherà quando il castello di carte crollerà. È importante che le autorità siano vigili e proteggano la società dal riciclaggio di denaro, dai crimini informatici e di altro tipo, dalle perdite finanziarie per le persone meno istruite finanziariamente e dai danni ambientali di vasta portata. Questo lavoro non è ancora stato fatto».