Intervista ad Alessandro Speciale, capo della redazione romana di Bloomberg e autore di “Mario Draghi – L’artefice”
«In autunno non ci sarà più Angela Merkel al Consiglio Europeo. Questo potrebbe portare a una diarchia molto forte tra Mario Draghi ed Emmanuel Macron». Alessandro Speciale, giornalista e capo della redazione romana di Bloomberg, ha tracciato per StartupItalia questo possibile scenario nel caso in cui l’ex presidente della Banca Centrale Europea dovesse davvero ottenere la fiducia e diventare il prossimo premier a Palazzo Chigi. «Quello che Draghi ha detto e fatto da banchiere centrale non può esser tradotto automaticamente in un programma politico. Nei suoi ultimi discorsi ha dichiarato che questo è il momento di spendere senza paura di indebitarsi. Certo – ha specificato il giornalista – nella sua ottica bisognerà fare in modo che questo debito venga fatto per cose utili, pensando alle giovani generazioni».
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Draghi: la squadra
In queste ore il premier incaricato andrà ad ultimare il secondo giro di consultazioni, incontrando le forze politiche di maggiore rilievo in Parlamento. Alessandro Speciale – autore insieme a Jana Randow della biografia Mario Draghi – L’artefice – ha seguito da corrispondente a Francoforte il mandato di Mario Draghi alla guida della Banca Centrale Europea. Gli abbiamo chiesto un commento sul toto ministri in corso. «In queste ore si parla di figure come Daniele Franco e di Dario Scannapieco: hanno entrambi lavorato a stretto contatto con lui. Ma – ha aggiunto Speciale – il premier incaricato non ha mai avuto un suo cerchio particolarmente stretto. Ha senz’altro persone di fiducia con cui si confronta, anche se tende a delegare e ad appoggiarsi ai professionisti nelle strutture che trova».
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Lega e Recovery Fund
Su un punto nessuno ha dubbi: quello di Draghi, in caso di fiducia, sarà un governo europeista e favorevole all’integrazione e al dialogo con Bruxelles. In attesa di capire quale sarà la lista dei ministri, in queste ore sembra decisivo, per un ipotetico ingresso al governo, il voto della Lega al Parlamento Europeo, dove i rappresentanti del Carroccio sono chiamati a esprimersi sul regolamento che istituisce il Recovery Plan (in precedenza il partito di Salvini si era astenuto). «La Lega si trova sempre di fronte a un problema di legittimità internazionale – ha commentato Speciale – Se vuole diventare un partito di governo deve guadagnarsi credibilità e affidabilità, dimostrando di essere una forza conservatrice nell’alveo europeista».
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Il prossimo governo sarà chiamato a presentare documenti dettagliati per investire gli oltre 200 miliardi di euro del Next Generation EU. «Il Recovery Fund è una struttura temporanea, messa in piedi per rispondere alla crisi pandemica, e si basa su un patto: molti soldi a tassi bassi o a fondo perduto in cambio di riforme. L’Italia – ha concluso Speciale – è il principale beneficiario e anche il più grande banco di prova di questo fondo. Se saprà mantenere la rotta e spendere bene i soldi, il Next Generation EU potrebbe diventare permanente nel piano di integrazione europea».