L’ha fondata Andrea Orlandi, che ha immaginato un’app da attivare alla cassa. Gli esercenti offrono la possibilità ai clienti di non estrarre il portafoglio, con un’esperienza di gamification e un algoritmo che estrae a sorte il fortunato. Nessun costo in più per l’utente: mal che vada si spende quel che si doveva
«Quello che facciamo è regalare all’utente esattamente quello che stava per comprare, come un biglietto del cinema. Il pagamento così diventa intrattenimento». Andrea Orlandi, classe 1985 e originario di Roma, è il co-founder di Maypay, una fintech in fase early il cui obiettivo è offrire la possibilità di non pagare quando si sta per concludere un acquisto. Basta collegarsi con l’app, scegliere tra gli esercenti convenzionati, selezionare un prodotto e, nel tempo di una normale transazione, scoprire se si dovrà pagare (come da tempi immemori avviene nel mondo del commercio), oppure niente affatto.
«Vogliamo trasformare il pagamento in un’esperienza emotiva», ha spiegato a StartupItalia. Al momento la startup ha ricevuto investimenti per un totale di mezzo milione di euro e tra chi sostiene il progetto c’è anche l’artista e scultore Jago, ospite al recente SIOS23 Intelligenze e amico di Andrea Orlandi fin dai tempi dell’università.
Chi è Andrea Orlandi, Ceo di Maypay
Quella di Andrea Orlandi non è la storia di un ragazzo appassionato di economia che ha fondato la sua prima fintech. «Mi sono laureato in ingegneria nel 2014, ma dall’altra parte della strada, a Tor Vergata, avevo la facoltà di Lettere. Fin da bambino dicevo che da grande avrei voluto fare l’inventore poeta».
Umanesimo e tecnica, in qualche modo, Andrea Orlandi li ha portati avanti a lungo su strade parallele. «All’università ho inventato una nuova tipologia di ponte, una travatura a geometria variabile adatta alla costruzione di ponti».
Lungo la carriera accademica si è però imbattuto in una conferenza che ha dato una sterzata al suo percorso. «Nel 2009 alla facoltà di Lettere di Tor Vergata ascoltai un intervento del poeta Elio Pecora. Gli scrissi una lettera dicendogli che cercavo un maestro».
Da quel momento Andrea Orlandi ha iniziato a seguirne le orme, frequentando e conoscendo il panorama artistico e culturale romano, dosando le nozioni da imparare in ingegneria con le nuove conoscenze sul come bisogna scrivere e leggere versi.
«Dopo la laurea volevo dedicarmi alla lettura e alla poesia, non ho cercato un lavoro stabile anche perché volevo realizzare un progetto mio. Vivevo in semplicità economica. Ho immaginato che si potesse non pagare ed è nata Maypay». Non è stato un passaggio semplice e veloce: prima di fondare la startup Orlandi ha dato ripetizioni di matematica e ha lavorato alle casse del Colosseo.
Quando ancora non conosceva i co-founder e la realtà aziendale che avrebbero permesso il lancio della fintech, aveva già immaginato la struttura del suo metodo per non pagare (legalmente, ca va sans dire) quando si fa un acquisto.
«L’idea nasce da un’intuizione matematica: trasformare uno sconto in probabilità di non pagare l’intero importo. È stato più difficile immaginare di ricavarne un sistema di pagamento». Massimo Micangeli, proprietario della software house Intecs Solutions e co-founder di Maypay, è stata la persona che ha permesso a questo sistema di tradursi in una piattaforma e in un’app.
Chi c’è nel cda di Maypay
Al momento la fintech è in fase iniziale e ha stretto una collaborazione con Circuito Cinema per offrire il servizio in sei multisala tra Roma e Firenze. Sono in corso discussioni con altri partner potenziali per estendere l’app in altri contesti merceologici.
Il modello di business è quello tradizionale delle commissioni: il consumatore o paga la cifra che avrebbe sborsato comunque, oppure non tira fuori nemmeno il portafoglio. All’esercente spetta invece una commissione: più è alta la probabilità selezionata per far vincere il prodotto o servizio in vendita e più è alta la commissione. Nella logica della startup questa possibilità dovrebbe rafforzare anche la leva del marketing.
Quando gli hanno chiesto come si sarebbe immaginato il suo ruolo di Ceo in Maypay, Andrea Orlandi ha risposto che intendeva essere il meno esperto di tutto il team. In realtà la sua idea, messa poi a terra su un codice, ha convinto investitori e personaggi noti nel panorama dell’innovazione e non solo.
Come co-founder Maypay conta anche Massimo Ruta, Ceo in multinazionali del gaming e referente in Parlamento per il Gioco Legale, ed Elisa Miele. Nel Consiglio di amministrazione sono presenti: Chicco Testa, ex presidente di Enel, e Alessandro Angelini, Coo della scaleup Everli.
Come investitori, oltre a Jago, compaiono Domenico Procacci (proprietario di Fandango) e l’attrice Kasia Smutniak. Maypay è una startup che si inserisce nella logica del concorso a premi, ma punta a differenziarsi in questo modo: «Regaliamo all’utente esattamente quello che desidera».