Mark Rutte sarà il prossimo segretario generale della NATO al posto dell’uscente Jens Stoltenberg. L’ex Primo Ministro olandese ha infatti ricevuto oggi anche il sostegno della Romania, dopo che la sua nomina era stata appoggiata da Ungheria e Slovacchia.
Mark Rutte, un falco alla guida della NATO?
Soprattutto i Paesi mediterranei, bersaglio preferito di Mark Rutte in ambito politico, si augurano che in politica estera l’ex capo di governo olandese non si dimostri falco come nel settore economico.
Nato a L’Aia il giorno di San Valentino del 1967, Mark Rutte si è subito innamorato della politica, aderendo all’associazione giovanile del partito popolare olandese. La sua carriera professionale è iniziata dentro la multinazionale Unilever come manager per Calvé dal 1997; cinque anni dopo è diventato responsabile delle risorse umane di GLOMora Group BV, società controllata sempre da Unilever. Stando al curriculum disponibile sul sito del governo olandese, è proprio nel 2002 che avviene la svolta e il colpo di fulmine definitivo con gli affari pubblici.
Durante i governi di Jan Peter Balkenende ha ricoperto il ruolo di Segretario di Stato militando nel VVD, il partito popolare olandese. Incarico dopo incarico fino al 2010, quando si è seduto sulla poltrona di primo ministro, avviando un decennio rigorista a fianco dell’alleata Angela Merkel. Dieci anni dopo, nell’estate in cui l’Unione Europea e il mondo fanno i conti con la pandemia, Mark Rutte ha perso quella sintonia con la Cancelliera, giunta ormai al termine della carriera politica (almeno in Germania). Per l’olandese, invece, la politica è fatta ancora di elezioni e lo sfidante Geert Wilders – leader del partito per la Libertà, che lo aveva già costretto alle dimissioni nel 2012 – è pronto a fargli lo sgambetto definitivo in patria. Nel marzo del 2021 i Paesi Bassi vanno alle urne ma il responso non è nitido.
Nel difficile periodo della pandemia Mark Rutte è stato tra i più ostici avversari di chi, come il nostro Paese, chiedeva maggiore solidarietà europea e deroghe alle regole comunitarie per poter affrontare le sfide contemporanee. Si è opposto a più riprese all’emissione di bond europei che finanziassero il Next Recovery Fund, ritrovandosi minoranza e, come si anticipava, perdendo l’alleanza di Berlino.
Il 10 luglio dello scorso anno con un annuncio a sorpresa in Parlamento, il 56enne primo ministro più longevo della storia olandese ha dichiarato che sarebbe uscito di scena. Per rientrarvi nel nuovo ruolo di segretario generale della NATO in un periodo storico in cui il mondo si ritrova diviso in blocchi contrapposti come nell’immediato Dopoguerra per via della invasione della Ucraina da parte della Russia e dalle continue tensioni politiche ed economiche tra USA e Cina. Un periodo storico in cui il mondo non ha certo bisogno di falchi, ma di colombe.