Al via i pagamenti per il periodo sperimentale. Ma se la cifra è inferiore, il versamento non arriva o mancano transazioni, occorre reclamare alla Consap o direttamente dall’app IO
In media, a ogni aderente al cashback fin dal prologo di dicembre, spettano poco più di 69 euro. I primi pagamenti sono partiti anche se in molti non hanno ancora ricevuto il bonifico all’Iban indicato all’interno dell’app IO, quella per i servizi della PA al centro dell’operazione voluta dal precedente governo, il Conte Bis. Consap, la Concessionaria dei servizi assicurativi pubblici, ha fatto partire quasi due milioni di ordini di pagamento per oltre 120 milioni di euro negli ultimi quattro giorni. Si tratta della metà del totale dei crediti accumulati dall’8 al 31 dicembre scorsi (il totale è 223 milioni di euro, solo il 3,2% è arrivato alla soglia massima di 150 euro). Gli altri arriveranno appunto entro il primo marzo per un totale di 3,2 milioni di beneficiari che in quei 23 giorni hanno effettuato almeno 10 operazioni con carte registrate per un rimborso massimo comunque di 150 euro. Dal primo gennaio, invece, il cashback è partito in versione ordinaria: il lasso temporale coinvolto procederà di sei mesi in sei mesi, la soglia minima di operazioni sale a 50 nel semestre ma il rimborso rimane sempre fissato a 150 euro massimi.
Il portale di Consap
In certi casi, però, le operazioni effettuate potrebbero non essere state registrate dal sistema. Molti utenti, infatti, hanno visto sparire una serie di transazioni per le ragioni più diverse. Magari, in certi casi, rimanendo al di sotto della soglia limite delle 10 operazioni minime utili. Si tratta in particolare di acquisti fatti nelle prime giornate del cashback, quando in molti avrebbero voluto pagare con carta ma non riuscivano a registrarle sull’app IO. Per queste e altre situazioni Consap ha lanciato un portale (qui l’indirizzo) dedicato ai reclami (siamo già oltre le mille domande) per richieste di chiarimento sui mancati o parziali pagamenti. Ovviamente in certi casi non ci sarà nulla da fare: il consumatore, infatti, doveva e deve tuttora verificare che i negozianti abbiano aderito al programma. Anche se il problema fondamentale non sembra essere quello: piuttosto, è aver utilizzato in buona fede strumenti di pagamento non ancora supportati come app e strumenti di pagamento digitali, introdotti solo all’inizio del 2021. Altri disservizi sono stati poi legati al circuito PagoBancomat e a carte di debito sul circuito secondario.
Come e dove fare reclamo
Se, dunque, il rimborso ricevuto non corrisponde a quello riportato nell’applicazione IO (o non arriva come previsto entro il primo marzo) vuol dire che c’è stato un problema e che è necessario fare ricorso sul portale entro il 29 giugno (per il periodo natalizio). Occorre registrarsi e presentare “eventuale documentazione a sostegno della richiesta di rettifica del rimborso ricevuto, per esempio scontrini POS, utili a consentire le verifiche del caso“. Consap ha 30 giorni di tempo per rispondere al reclamo. Il ricorso è valido solo per mancato o errato rimborso, insomma per il pagamento. Se invece mancano proprio delle transazioni, cioè per il riaccreditamento degli acquisti saltati dall’estratto conto ufficiale, c’è da rivolgersi direttamente a PagoPa, la società pubblica che gestisce l’intera operazione cashback. Per esempio con il supporto accessibile cliccando sul punto interrogativo in alto a destra della schermata dello smartphone, dall’interno dell’applicazione IO, allegando foto o pdf dei movimenti della carta, dell’estratto conto o dello scontrino del pagamento mancante.
Superpremio da 1.500 euro bloccato fino a dicembre?
Intanto proseguono le polemiche per i furbetti del cashback. Utenti che accumulano decine se non centinaia di microtransazioni (alle casse veloci del supermercato o nelle pompe di benzina) per poter rientrare fra i 100mila più attivi e ottenere così il superbonus semestrale di 1.500 euro. Celebre, ed emblematica, è la vicenda della persona in provincia di Cuneo che ha effettuato 62 transazioni in soli 55 minuti per un importo complessivo di 6,51 euro in una pompa di benzina. Per questo, in attesa di trovare una soluzione alle microtransazioni che tuttavia non sembrano affatto vietate dal regolamento (magari un algoritmo che annulli quelle ricorrenti, effettuate cioè nello stesso momento della giornata e nello stesso esercizio, anche se con carte differenti riferibili allo stesso utente), il premio da 1.500 euro potrebbe essere bloccato fino al secondo semestre. Come al solito, per colpa dei soliti furbetti ci vanno di mezzo tutti quelli che partecipano onestamente all’operazione.