L’Omino coi Baffi disegnato da Paul Campani fa parte della storia della pubblicità italiana. Siamo agli esordi della tv, 1958, quando Bialetti mostrava per la prima volta quello che sarebbe diventato il proprio simbolo. «Eh sì sì sì… sembra facile (fare un buon caffè)!», recitava lo spot trasmesso dal Carosello. Da allora sempre più persone hanno acquistato la Moka Express, la caffettiera con su stampata la mascotte.
Sono passate le generazioni e milioni di italiani hanno almeno una volta nella vita atteso con pazienza che il caffè salisse, borbottando sempre più rumorosamente sul fuoco in cucina. Nato nel 1919, il brand sta da tempo affrontando una crisi profonda e ha ancora pochi mesi per trovare un accordo con i creditori. L’indebitamento finanziario supera i 90 milioni di euro.
Bialetti: qual è la situazione attuale
L’azienda ha tempo fino al 30 aprile 2025 per individuare un compratore. Dal 2021 la società sta affrontando un processo di ristrutturazione per sistemare i conti e gestire i prestiti obbligazionari. Come si legge su Qui Finanza la situazione è in evoluzione e negli ultimi mesi si è notato qualche miglioramento per quanto riguarda l’indebitamente netto, leggermente sceso.
Quotatasi il 27 luglio 2007, la società è in difficoltà da tempo. Nel corso degli anni sono stati fatti investimenti e acquisizioni, anche per aprire store monomarca. La concorrenza di brand esteri, che hanno occupato fette di mercato con le macchinette per caffè in capsula, si è però fatta sentire. Il finale di questa storia non è scontato e i prossimi mesi saranno importanti per il futuro della società di Coccaglio (Brescia). Concentriamoci però sul percorso di questa realtà simbolo del Made in Italy.
Come nasce Bialetti?
Nel 1919 a Omegna, nella Provincia del Verbano-Cusio-Ossola, Alfonso Bialetti ha dato vita all’omonima società attiva nella produzione di semilavorati in alluminio. Emigrato in precedenza in Francia, si era specializzato come fonditore. Dalla fabbrica sarebbero poi usciti prodotti finiti, disponibili per il mercato. La svolta è arrivata però nel 1933 quando è stata realizzata la prima Moka Express.
Come spiegato ne Il giro del mondo in 80 giorni di Jules Verne, la città di Mokha nello Yemen ha la forma di un chicco di caffè. Ed è a questa località remota ed esotica, nonché snodo commerciale, che Alfonso Bialetti ha deciso di ispirarsi per il battesimo della Moka Express.
Perché la Moka Express è stata rivoluzionaria nella preparazione del caffè?
Come spiegato in una puntata di Superquark, nei primi decenni del Novecento la caffettiera più diffusa era la napoletana, che presenta alcune scomodità come quella legata ai rischi di scottature. Il caffè prodotto è leggero e per farlo uscire bisogna rovesciare la Cuccumella (altro nome con cui è noto tale metodo di estrazione).
Decisiva per il design della Bialetti è stata la scoperta di come lavoravano le lavandaie. Alfonso ha notato che usavano un mastello con il fondo bucato; a quel punto aggiungevano la lisciva (cenere e sapone), che a contatto con l’acqua produce la schiuma che saliva fino a raggiungere i vestiti. Lo stesso metodo è stato così applicato alla struttura di una caffettiera.
Nella seconda metà degli anni Cinquanta, la Moka Express è diventata un prodotto sempre più diffuso grazie alla pubblicità del Carosello in televisione. Alla guida della società c’era Renato Bialetti, figlio di Alfonso. Nel 1986 la Bialetti, con 200 dipendenti e un fatturato di 20 miliardi di lire, è stata ceduta alla Faema che ha dato il via a una diversificazione della produzione inserendo piccoli elettrodomestici e macchine da caffè.
Quante Moka Express vengono vendute ogni anno?
Nel 1993 Rondine, azienda di Coccaglio specializzata in strumenti di cottura, ha acquisito Bialetti da Faema. Dalla fusione sarebbe nata qualche anno dopo Bialetti Industrie. Come si legge sulla stampa, in un articolo del 2023, sono più di 2 milioni le Moka Express vendute ogni anno e il 60% all’estero. L’azienda ha un migliaio di dipendenti (668 in Italia) e filiali in Francia, Germania, Turchia, Australia, Giappone e Stati Uniti.