Un titolo diverso per chi ama la saga di Akira Toriyama
Non si può non partire dall’evidente mestiere di fan service in capo a un titolo come Dragon Ball: The Breakers. Bandai Namco lo ha rilasciato pure sulla next gen di Xbox, ma a differenza di altri prodotti che compongono il ventaglio videoludico ispirato al capolavoro di Akira Toriyama e che sta per spegnere le 40 candeline, non siamo in un picchiaduro tradizionale con Goku, i villain e gli eroi della saga a suonarsele di santa ragione. Calpestiamo invece il terreno di un multiplayer online asimmetrico, in cui il nostro protagonista – editabile secondo l’inconfondibile stile dei guerrieri – deve coordinarsi con un team di altri sei giocatori per attivare una macchina del tempo. Ma, ahi noi, non siamo soli.
Dragon Ball: The Breakers è doppiato in lingua originale con sottotitoli in italiano. I primi minuti di gioco sono essenziali per comprendere la trama e il filone narrativo abbastanza piatto che andremo ad affrontare. Trovandoci in una situazione decisamente drammatica, che imparerete a conoscere come fenditura temporale, saremo presto in balia di una minaccia aliena molto più forte di noi. La missione è ritrovare cinque chiavi sparse sulle mappe, inserirle nei punti giusti e, ogni volta, difendere la macchina del tempo dagli attacchi del razziatore. La scelta è originale e varia di molto quanto visto finora a tema Dragon Ball.
Giocando in terza persona con un gameplay che più arcade non si può, l’avatar deve considerare la propria azione come corale all’interno del gruppo. Nel momento in cui una chiave viene inserita, il nemico di turno, in volo sopra le nostre teste si arrabbierà, costringendoci ad affrontarlo in quota. In questo caso i combattimenti sono divertenti e fatti per infliggere più danni possibili di modo da guadagnar tempo, mentre a terra gli altri giocatori dovranno fare in modo che la chiave del tempo ultimi il processo di attivazione. Più chiavi vengono inserite e più velocemente la macchina del tempo si attiverà, consentendo dunque di uscire dalla mappa e proseguire nell’avventura.
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In questa sorta di nascondino, possiamo anche giocare la parte dei cattivi. Il ruolo del razziatore, inutile negarlo, ci ha ingolosito parecchio, dal momento che le parti sono rovesciate. Siamo noi questa volta a divertirci con le prede laggiù. Il combat system prevede attacchi tradizionali fino ad arrivare a quelli supremi, che genereranno animazioni semplicemente strepitose per la gioia dei fan della saga. Le mappe di Dragon Ball: The Breakers non sono delle più dettagliate: i biomi richiamano alla memoria le atmosfere dell’IP, ma risultano per lo più spogli, senza elementi interattivi.
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A livello grafico il lavoro su Dragon Ball: The Breakers non è stato brillante. Il character design ha omaggiato la saga, ma sul contorno il lavoro ci è parso al di sotto della sufficienza. Se all’inizio potreste rimanere disorientati dall’enorme quantità di dialoghi che spezzano l’azione (davvero troppo di frequente), sappiate che il videogioco non si basa su una storia corposa, ma punta tutto sul game design di questo nascondino all’ultimo sangue. Lo consigliamo a chi ama Dragon Ball, ma soprattutto a chi non è al suo primo titolo online e ha una cerchia di amici pronta a entrare in azione.