ZZZleepandgo, startup creata da tre giovani lombardi, trasforma i disagi in occasioni di relax e comfort. Moduli iper-tecnologici, opera di veri makers. Ecco come funziona (con un’intervista a chi l’ha creata)
Una notte di disagi in aeroporto, a Berlino, con una donna asiatica che ti dorme addosso. Così nasce la startup che combatte le attese snervanti a causa di un aereo in perenne ritardo. Un’idea tutta italiana, che si chiama ZZZleepandgo, opera di tre giovani neolaureati lombardi: Alberto Porzio, laureato in Scienze Politiche, Matteo Anthony Destantini ingegnere gestionale e Nicolas Montonati, architetto. Tutti ampiamente sotto i trent’anni.
Il loro progetto parte con l’obiettivo di migliorare l’esperienza di tutti i viaggiatori che sono costretti a trascorrere lunghe ore di attesa negli aeroporti. E sono i dati a dar ragione alla loro intuizione. Secondo un’indagine FlightStats, infatti, nel 2013 a livello mondiale sono stati effettuati circa 28 milioni di voli, di cui 4,9 milioni in ritardo mediamente di 53 minuti. Nel mondo, soltanto nel primo semestre del 2013, a causa dell’overbooking sistematico praticato dalle compagnie aeree è stato negato l’imbarco a 277.000 passeggeri, causando nel 70% dei casi un ritardo superiore alle 2 ore.
Il “modulo” di ZZZleepandgo
Il format di hospitality fast&cheap di ZZZleepandgo avviene attraverso moduli abitativi che sono vere e proprie stanze. Esse permettono ai viaggiatori di ottimizzare i tempi di attesa e diminuire lo stress, con una soluzione innovativa di accommodation low-cost, privata e completamente automatizzata, dotata di free wi-fi e dei comfort necessari per soddisfare le esigenze di relax, riposo e privacy. L’obiettivo è quello di alzare livelli di comfort dei passeggeri in viaggio, contribuendo a diminuire lo stress causato da alcuni tipici inconvenienti dovuti a particolari fasce orarie dei voli e coincidenze, jet-lag, e altri disagi comuni.
Ogni modulo è una vera e propria stanza high-tech, dotata dei seguenti servizi: Un letto dotato di lenzuola sempre pulite grazie al ricambio automatico; insonorizzazione; orari dei voli e servizio sveglia: per arrivare sempre in tempo al gate; free wi-fi; work desk; entertainment; deposito bagagli; prese usb-220v; cromoterapia: la stanza si adatta a differenti mood e necessità, attraverso un tablet; check-in 24/24 7/7: i moduli sono sempre a disposizione dei passeggeri; sanificazione dell’ambiente: l’aria è sempre fresca e pulita tramite ioni ossidanti naturali con un sistema automatico che garantisce l’eliminazione di odori sgradevoli.
Nel momento in cui il cliente entra nella stanza il sistema aziona il meccanismo di sostituzione automatica delle lenzuola e la ventilazione. Il sistema di sostituzione delle lenzuola “a rotolo” permette di razionalizzare e ridurre l’intervento del servizio di pulizia a una igienizzazione periodica del modulo, che viene effettuata ogni 24 ore.
Ciascun modulo ha un peso inferiore ai 500 kg e può essere posizionato nei luoghi di interesse senza intralciare lo svolgimento delle normali attività e il transito delle persone. I moduli ZZZleepandGo sono predisposti per essere trasportati già assemblati. I tempi di installazione sono contenuti e il sistema modulare consente di aumentare o ridurre la sua capacità ricettiva a seconda delle necessità della struttura.
Come funziona ZZZleepandgo
Il sistema sfrutta la tecnologia beacon per l’identificazione degli utenti e per la messa in atto di attività di proximity marketing. Il largo utilizzo di tecnologie e automazioni ha permesso di ridurre al minimo l’intervento umano, offrendo ai clienti un servizio esclusivo, ma allo stesso tempo a costi contenuti. Il pagamento avviene attraverso un mobile-pos che riduce i costi di gestione e permette di controllare pagamenti e accessi attraverso un tablet.
ZZZleepandGo ha sviluppato inoltre una app iOS/Android che l’utente può scaricare e installare gratuitamente sul proprio smartphone o tablet per creare e gestire il proprio account, accedere alla cronologia di fatturazione ed effettuare nuove prenotazioni. Nel caso in cui l’utente non abbia scaricato la app, la registrazione può avvenire sul sito oppure direttamente sul device posizionato sulla parete esterna dei moduli.
Per abbandonare definitivamente la stanza il cliente deve selezionare l’opzione “checkout” sul device esterno: il sistema calcolerà l’intervallo tra check-in e check-out e applicherà la tariffazione al minuto, inviando la fatturazione all’indirizzo mail del cliente. Nel caso in cui il cliente non esegua l’operazione di check-out, gli verrà addebitato l’importo pari al plafond di pre-autorizzazione.
L’intervista ai founder
La prima domanda è d’obbligo. Perché questo nome così particolare?
All’inizio avevamo pensato ad altri nomi solo che, nel momento in cui cercavamo di registrare un dominio, scoprivamo che non era mai libero ma già registrato. E allora cercando qualche alternativa ci siamo accorti che “sleep” scritto con tre zeta era disponibile. Ci è piaciuto subito perché ci permetteva, pur essendo apparentemente complicato, di giocare con il logo e di presentarci con questa formula onomatopeica che rimandava all’immagine del dormire. Ora stiamo impazzendo perché ormai è diventato il nostro marchio di fabbrica e lo diffondiamo dappertutto.
Un’illuminazione nata quella notte in aeroporto
Era il mio viaggio di laurea. Mi sono trovato lì con Alberto, in questa notte d’inferno con un volo in ritardo, e una ragazza asiatica che praticamente mi dormiva in braccio. Lì mi sono reso conto di quanto fosse problematica la situazione di chi si trova una aeroporto ad aspettare la partenza di un volo in condizioni disagiate. Così abbiamo deciso di sviluppare questo nostro progetto alternativo, coinvolgendo anche Nicolas, che si era appena laureato in architettura.
Quindi vi conoscevate da un bel po’ di tempo
Eravamo tre compagni di liceo che si erano divisi per seguire ciascuno i propri percorsi universitari. Senza, tuttavia, perderci di vista completamente. Ci siamo ritrovati in quest’avventura nel momento giusto, mettendo a disposizione le nostre nuove competenze. Tutti e tre eravamo pronti a buttarci in un progetto in cui credere fino in fondo.
Dopo quella notte a Berlino cosa avete fatto?
Subito dopo ci sono stati un po’ di giorni di sedimentazione per riflettere bene e fare chiarezza sull’idea. Abbiamo cercato di capire come muoverci e cosa fare. Questo ha portato a un mese di panico, dove non riuscivamo a trovare un ordine logico. Un mese che ci è servito per trovare la giusta via.
E poi?
Poi abbiamo iniziato a contattare gli aeroporti. Cioè abbiamo deciso di superare il nostro cruccio maggiore: era fattibile portare avanti quell’idea? Potevano tre ragazzi neolaureati essere credibili di fronte all’associazione che gestisce gli aeroporti in Italia? Dopo diversi tentativi abbiamo avuto la possibilità di incontrare i dirigenti di Milano e Bergamo e, fortunatamente, il nostro progetto è piaciuto. Erano entusiasti quanto noi e ci hanno dato dunque la spinta necessaria per andare avanti con determinazione. Così abbiamo sviluppato il primo prototipo che è stata realmente opera nostra, costruito in uno stabilimento di famiglia, dove abbiamo lavorato giorno e notte per tutta l’estate. il tutto sfruttando risorse nostre: economiche, energetiche, tecniche. Ci siamo arrangiati ma siamo riusciti a sfruttare il network di conoscenze che avevamo e raggiungere un primo soddisfacente risultato.
Un prototipo vincente fatto da veri makers
Sì, ci ha permesso di poter spiegare meglio agli investitori quello che avevamo in mente. Di cosa stavamo parlando realmente, una cosa molto diversa rispetto al progetto rimasto sulla carta. Toccare un prodotto cambia davvero tutto in termini di attenzione dell’interlocutore e gestione del racconto.
Quindi non vi siete affidati a incubatori o professionisti?
Inizialmente no. Abbiamo ricevuto il supporto di UNIVA, e siamo entrati a far parte del laboratorio di fabbricazione digitale SmartUp dell’Università Liuc, solo in un secondo momento. Oggi lo sviluppo del nostro prodotto è seguito e monitorato dal professor Fabio Papa, ma quando ci siamo avvicinati a queste realtà eravamo già a buon punto nella progettazione del prototipo e nella creazione del network. Ci sono stati realmente utili nella seconda fase, quella che riguardava il trovare dei partner commerciali, gli investitori o la ricerca del luogo migliore dove far nascere il prototipo definitivo. In quel momento abbiamo ricevuto davvero un grande aiuto.
E l’investitore lo avete trovato
Sì, si chiama Gianmaria Leto ed è un giovane imprenditore ligure. L’abbiamo contattato e dopo un colloquio positivo ha deciso di investire dei soldi nella startup. Sono stati i primi fondi ricevuti che ci hanno permesso di sviluppare un prototipo ancora più tecnologico e avanzato. Uno sforzo che ha richiesto diverso tempo ma che ha accelerato notevolmente la crescita dell’azienda. Nel settembre 2014, infatti, abbiamo costituito la società in una S.r.l ordinaria, composta da quattro soci e iscritta al registro delle startup innovative.
Qual è l’innovazione principale di ZZZleepandgo?
Offriamo un servizio business, oggi assente, a prezzi low-cost, accessibili a tutti. Questa è la formula che crediamo possa risultare vincente. Ogni utente può sfruttare un servizio simile a quello offerto dai fast-food ma spostato in un settore diverso, quello dell’accomodation, attraverso la rapidità di utilizzo e la flessibilità.
Sul mercato c’è qualcuno che sta operando nella stessa direzione?
C’è una realtà tedesca che fa qualcosa di simile ma senza nulla di automatizzato. I costi perciò sono molto più alti e prevedono l’impiego di quattro persone per risistemare l’ambiente. La nostra proposta è molto diversa proprio perché abbatte i costi e non prevede, grazie alle tecnologie installate, l’ingaggio di altre persone. Nelle nostre pianificazioni c’è ovviamente il desiderio di puntare all’internazionalizzazione ed è anche per questo che siamo partiti da un aeroporto come Malpensa che possiede questa vocazione.
Prossimi passi? State producendo i moduli?
Sì, ne abbiamo già 12 in cantiere oltre a quelli già pronti. Stiamo allargando i contatti anche al di fuori della nostra regione. Per esempio abbiamo un discorso intavolato con l’aeroporto di Palermo. Vorremmo che le prime installazioni coincidessero con lo svolgimento dell’Expo, quindi intorno a maggio e giugno di quest’anno. Tra l’altro siamo anche in concorso per il bando “Startup per Expo” che ci permetterebbe, oltre alla vincita economica, di essere ufficialmente tra gli espositori nel Padiglione Italia. Sarebbe un bel passo in avanti per crescere definitivamente.