Perché Raffaele Sollecito, assolto in Cassazione per l’omicidio Kercher, ha pensato da «startupper» quando ha deciso di lanciare la sua, e può per legge chiedere il sostegno dei soldi pubblici. Senza scandali, né polemiche
Gli elementi per finire sulla prima dei giornali c’erano tutti. Tant’è. Raffaele Sollecito ottiene 66mila euro dalla regione Puglia per farsi una startup. La chiama Memories già la ragione sociale ha fatto drizzare le antenne ai cronisti. Una startup sui morti, si è detto. Una startup che permette in qualche modo visite ai defunti a distanza. Sul progetto, purtroppo, non si sa molto di più. Non lo riportano i giornali, che si sono concentrati sulla sua Porsche (che poi non era la sua) e sulla sua vita dopo il processo (che poi chissà se vita è). Non lo dice lo stesso Sollecito che abbiamo provato a contattare in questi giorni.
La polemica: una startup sui morti
Era inevitabile che una startup «sui morti» fatta da chi è stato al centro di uno dei più intricati casi di cronaca nera della recente storia italiana (l’omicidio della studentessa inglese Meredith Kercher, per cui è stato assolto in Cassazione insieme ad Amanda Knox) avrebbe fatto scalpore. Anche perché finanziato con i soldi pubblici. Eppure Sollecito pare abbia tutto il diritto di ottenere il prestito d’onore (al 50%, il resto a fondo perduto). E, a dirla tutta, ha ragionato a suo modo come chi fa startup. Aveva un problema, un’esigenza. Ha cercato la soluzione. Durante l’intervista al Corriere della Sera ha detto «In carcere avevo un unico desiderio, andare a trovare mia madre al cimitero. E’ lì che ho pensato di fare Memories». Che differenza c’è rispetto a chi cerca soluzioni innovative a problemi concreti di altra natura? Certo, al netto del fatto che la sua soluzione funzioni e abbia mercato.
Sollecito ha ragionato come chi fa startup
Cosa ha fatto? Un social network per commemorare i defunti, con possibilità di caricare foto e video; ma anche uno strumento di e-commerce, per posare mazzi di fiori sulla lapide del proprio caro, che magari riposa a centinaia o migliaia di chilometri di distanza. Ha realizzato un social network che gli per la commemorazione dei defunti. Lui, ingegnere, ha spiegato che i soldi della Regione gli serviranno per ricominciare. «Ho vinto un bando della Regione Puglia per le nuove iniziative di impresa, riservato agli under 35 disoccupati. Avevo i requisiti. Me l’hanno comunicato dopo la sentenza di Cassazione. Mi danno 66 mila euro per tre anni, la metà a fondo perduto».
Il suo progetto, dal poco che è trapelato, è un portale online con un’app. «Mi era venuto in mente quando ero in prigione a Terni e pensavo a mia madre: non poter andare sulla sua tomba, essere così lontano da lei mi faceva stare male. È nata allora l’idea di Memories, una società a responsabilità limitata semplificata, ed è subito piaciuta al professor Alfredo Milani, il mio angelo custode». Sollecito ha detto che assumerà due persone e che ha due stagisti del Politecnico di Bari per sviluppare il software: «Saremo operativi nei primi mesi del nuovo anno».
Assolto in Cassazione, ha pieno diritto
Sul progetto non si sa molto di più. Lui dice di voler tenere massima riservatezza. Si sono sprecati i commenti che lo inchiodavano al suo passato (da cui la giustizia lo ha scagionato) e sul fatto che vengano sprecati soldi pubblici per idee di impresa di questo tipo. Eppure Sollecito ha ragionato da imprenditore. E da ingengere, visto che era in grado di implementare la tecnologia di Memories. E non è nemmeno troppo assurda l’idea. Solo un caso.
Il caso The Other Shore in Cina
In Cina The Other Shore, una startup fondata da due giovani ingegneri di Pechino dopo che uno ha dovuto subire lungaggini burocratiche da capogiro per poter seppellire i propri genitori, è diventata in poco tempo tra le digital company più promettenti. Anche qui, da un problema concreto ad una soluzione innovativa. Disruptive. Ora, l’idea di Sollecito non è nuova, e manco troppo entusiasmante, abbiamo già letto del Facebook dei morti anche se in questo caso la cosa sembra diversa. Però perché scandalizzarsi e non auguragli comunque di fare bene? Meglio sia il mercato a giudicare. Senza scandali.
Arcangelo Rociola
@arcamasilum