Si chiude l’ottava campagna di successo dell’equity crowdfunding in Italia, si tratta di Wayonara, una startup sarda che si occupa di social traveling. Abbiamo intervistato il Ceo per farci spiegare come hanno fatto
E’ il nono caso in Italia di campagna di equity crowdfunding concluso con successo. La startup sarda Wayonara dopo 4 mesi ha completato la raccolta fondi lanciata lo scorso luglio attraverso il portale di equity crowdfunding bresciano Tip.Ventures Target fissato: 135.000 euro in cambio del 10% di equity. Hanno risposto 33 investitori di cui 1 istituzionale, 4 gli ordini arrivati dall’estero (rispettivamente 1 dall’Olanda, 2 dalla Svizzera e 1 dalla Francia), 5 gli investitori «donna» tengono a specificare, con una media di investimento pari a 4.090€. Si tratta di un travel social commerce ed è di fatto il primo progetto lanciato da Tip.Ventures guidato dal Ceo Matteo Masserdotti.
Di cosa si tratta? Wayonara è una piattaforma dove è possibile ricostruire il viaggio sognato vedendo le foto condivise sui social network dai nostri amici e non chiedendo alle strutture ospitanti. Dalle foto si ricostruiscono tappe e percorsi e il sito offre la possibilità di contattare le strutture, prenotare i trasporti, rifare i percorsi immaginati davanti lo schermo del computer attraverso le esperienze degli altri. Per Wayonara, è la pietra miliare della propria raccolta di seed capital, chiusa con l’operazione di equity crowdfundig con circa 500.000 euro tra crowdfunding, un po’ di fondi europei per lo sviluppo di imprese innovative, e un bel po’ di soldi personali. Il lancio del servizio, fanno sapere dall’azienda, è previsto per i primi mesi del 2016. Ne abbiamo parlato con il Ceo Carlo Oppo, 40 anni, di Sassari. Ha lavorato in passato per Yahoo ed Expedia, ma «avevo il pallino di fare qualcosa di mio, e ho deciso di farlo quando mi è venuta l’idea di fare Wayonara». E chiudendo un seed da 500mila euro, cosa non facile in Italia, un piccolo passo l’ha messo a segno.
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La più classica delle domande: come nasce Wayonara?
All’inizio avevamo l’idea di sviluppare una piattaforma multimodale, uno strumento simile a molti altri oramai nel mercato europeo per trovare e prenotare mezzi per spostarsi nei propri viaggi. Anno 2014. Ma abbiamo capito presto che era un modello decotto, da agenzia di viaggi online, e abbiamo deciso di fare qualcosa che prenotasse partendo da ciò che si condivide su social network. Noi creiamo automaticamente tutte le prenotazione.
Perché l’equity crowdfunding? Non vi spaventava l’idea di affidarvi ad uno strumento complesso, discusso, e che non ha regalato troppe gioie alle startup italiane?
Inutile negarlo, una campagna di equity crowdfunding non è una cosa facile e anche la nostra è stata complessa. Non eravamo troppo entusiasti all’inizio, è vero, sapevamo che era difficile. Inoltre noi abbiamo fatto o aumento di capitale all or nothing, tutto o niente, quindi il rischio era alto e se non la chiudevamo bene avremmo dovuto ridare tutti i soldi agli investitori. Abbiamo sudato un po’ freddo. L’inizio è stato il mese più complicato, siamo partiti a luglio quando tutti si fermano, ci sono stati due mesi di stallo prima della raccolta iniziale. Poi settembre è stato un mese di grande raccolta, abbiamo riscosso un grande interesse e molte delle offerte abbiamo dovute rifiutarle perché andavano al di là dell’obbiettivo di raccolta.
Come avete fatto a convincere gli investitori?
Abbiamo provato a usare un linguaggio molto semplice e questo forse è stata la chiave per vincere l’obbiettivo.
E come avete cercato gli investitori?
Su linkedin. Sì davvero abbiamo cercato il profilo su Linkedin, manager, Ceo, ma anche impiegati che avessero attinenza col mondo digital o internet. E queste persone abbiamo ipotizzato avessero un reddito tale da poter investire anche in crowdfunding. Abbiamo ottenuto un investimento medi di circa 4mila euro, quasi tutti uomini, e poche donne, solo 5. La cosa difficile è il fatto che è il limite della Consob che non si può investire più di 500 euro da privati almeno che non si vada in filiali fisiche autorizzate.
Cosa succederà adesso a Wayonara?
Abbiamo giù selezionato del nuovo personale da assumere, nuove persone su Cagliari dove abbiamo la sede operativa dell’azienda. Ma dovremo anche integrare i vari servizi di prenotazione alberghi, viaggi. Partiremo nel 2016 con la beta del progetto.
500K senza avere nemmeno una beta?
Siamo uno dei rari casi di startup che ha preso un seed interessante con una situazione in meno che beta. Per noi anche questa è una grande soddisfazione.