Un’arnia hi-tech collegata al cloud. Cosa è Melixa e chi è il suo founder Andrea Rosani, che ha conquistato Nadella. La sua storia, punto per punto
A lavorare con le api, è diventato un po’ come loro: operose, organizzate, collaborative. E pensare che di api e insetti, quando ha cominciato, sapeva poco o nulla: «Le difficoltà ci sono state, ma questa esperienza mi ha permesso di imparare moltissime nuove cose, anche su campi a me sconosciuti». Lui è un ingegnere delle telecomunicazioni, si chiama Andrea Rosani e con la sua startup, Melixa, ha conquistato persino l’ammirazione di Satya Nadella, CEO di Microsoft. Il segreto? «Non lasciarsi sopraffare dalle difficoltà, non smettere mai di essere curiosi e cercare sempre di fare qualcosa di nuovo».
Il dispositivo che ha realizzato insieme al suo team è un’arnia hi-tech, che «fornisce a hobbisti, professionisti e centri di ricerca, un sistema di controllo professionale dell’apiario: la sopravvivenza delle api è a rischio in tutto il pianeta e monitorare lo stato dell’alveare diventa una necessità primaria per gli apicoltori».
Melixa, un’arnia hi-tech
«Melixa nasce come forma di consulenza in un settore tradizionale e innesta elementi di innovazione in una pratica millenaria come l’apicoltura», spiega Rosani. «Il nostro obiettivo è quello di consentirne la diffusione e, allo stesso tempo, di fornire uno strumento di ausilio per chi già fa parte del mondo dell’apicoltura».
Il dispositivo funziona grazie a due innovazioni fondamentali. «La prima consiste in una serie di sensori che vanno posizionati sull’arnia»: due misurano le condizioni ambientali (temperatura esterna e possibilità di pioggia); altri tre, invece forniscono informazioni sullo stato della colonia (temperatura interna, bilancia e contatore di ingressi/uscite). «La combinazione di tutti i dati, dà in uscita degli indicatori molto utili, soprattutto per l’avanzamento della produzione di miele, propoli e cera, aiutando i produttori a lavorare meglio».
La seconda innovazione trova la propria ragion d’essere nella tecnologia cloud: «Melixa impiega il web come sistema di accesso ai dati monitorati, attraverso una semplice web application, consultabile da computer, tablet e smartphone». Si aggiungono infine un sistema di localizzazione GPS, che funge anche da antifurto, e una batteria ricaricata da un pannello solare. «Paradossalmente, l’uso della tecnologia porta a un’apicoltura più naturale: le visite in apiario sono ridotte allo stretto necessario e le colonie possono quindi svolgere la propria attività meno disturbate».
La storia di Melixa: nascita e incontro con il CEO di Microsoft
Tutto comincia nel 2011, quando è ormai evidente il problema della moria delle api. «La Fondazione Edmund Mach aveva bisogno di un sistema automatico che potesse essere di aiuto nella loro normale attività di monitoraggio degli insetti». L’istituto si rivolge quindi a un gruppo di professionisti, tecnici e ingegneri, in grado di trovare una soluzione: da qui nasce il primo nucleo di Melixa. Dopo due anni di test e migliorie, nel 2013 viene decisa la produzione e la commercializzazione del dispositivo.
Arrivano poi i finanziamenti e l’incubazione. «Sulla nostra strada troviamo Industrio Ventures che crede nell’idea e la seleziona per il suo programma di accelerazione hardware. Poi è la volta di Trentino Sviluppo che, grazie al bando Seed Money, riesce a completare la nostra richiesta di finanziamenti per industrializzare il prodotto». Grazie alla mentorship di Industrio, Melixa viene supportata nelle fasi di stesura e valutazione del brevetto del sensore conta api.
Melixa diventa infine parte di BizSpark, il programma di Microsoft per le startup che offre software gratuito, supporto e visibilità. E pochi giorni fa, a Roma, arriva l’incontro con il CEO di Microsoft, Satya Nadella, che li inserisce tra le tre startup più interessanti in Italia: «Questa esperienza occupa una posizione di altissimo rilievo, soprattutto per noi che ci occupiamo di tecnologia», spiega Rosani. «L’incontro è stato molto positivo ed emozionante: sentire Nadella parlare di Melixa come esempio da seguire è stato fantastico. È una possibilità importante, in questa delicata fase di startup: lavoreremo sodo per essere sempre all’altezza di una considerazione così alta».
Melixa si sta gradualmente diffondendo: i primi clienti sono hobbisti e centri di ricerca specializzati, diffusi soprattutto in Italia e in Germania, con qualche primo interessamento anche negli US. Il modello di business è articolato in due direzioni: «Melixa è offerta con un prezzo lancio di 899 Euro, comprensivo del primo anno di accesso al portale. È previsto poi un canone di 99 Euro all’anno con accesso ai dati storici del portale relativi alle proprie arnie».
Per il futuro, Rosani prevede la creazione di una community tra professionisti e hobbisti del settore, che condividano dati ed esperienze: «Il business di Melixa si allargherà, implementando azioni di data mining sul big data raccolto e fornendo servizi personalizzati sulla base delle informazioni del database». La filosofia di Melixa, l’applicazione di innovazioni tech a settori tradizionali, potrebbe essere applicata anche ad altri settori agricoli.
di Gennaro Sannino