Dall’università toscana alla campagna crowdfunding sulla piattaforma kickstarter. Ecco il progetto Viper che promette di rivoluzionare linguaggio dell’Internet of Things (in italiano).
Un debutto da ricordare quello di Viper su Kickstarter. L’Università di Pisa, che lo ha sviluppato, è il primo Ateneo italiano a sbarcare sulla più importante piattaforma di crowdfunding del mondo. E dopo appena due giorni la campagna ha già raccolto più di un quarto dei 20.000 dollari richiesti. Si tratta di un altro segnale forte sull’importanza conquistata oggi dall’internet delle cose (IOT) di cui Viper potrebbe diventare un validissimo portabandiera. La scelta di utilizzare la piattaforma americana deriva dalla volontà di creare un gruppo di developer per accelerare e migliorare il prodotto.
Ma cos’è Viper?
È un dispositivo hi-tech che permetterà di semplificare la nostra vita quotidiana rendendo controllabili gli oggetti tramite computer o cellulare. «Un esempio che facciamo spesso – spiega Gualtiero Fantoni, uno dei creatori- è quello dei carillon che vengono messi sulle culle dei neonati. Con Viper possono essere trasformati in un sistema che sta acceso fino a quando il bambino è sveglio, si spegne piano piano fin quando si addormenta ma che, a un risveglio improvviso, sia capace di far ripartire musica e movimento avvertendo via cellulare la mamma che magari è impegnata altrove. Tutto grazie a pochi clic».
I creatori di Viper sono quattro giovani ragazzi pisani: Daniele Mazzei del Centro Piaggio, Giacomo Baldi dell’Azienda ospedaliera universitaria pisana, Gabriele Montelisciani e Gualtiero Fantoni del Dipartimento di Ingegneria Civile ed Industriale. Ma i quattro sono anche tra i fondatori del Fablab Pisa, il laboratorio di fabbricazione digitale della città toscana: «Per sviluppare Viper tutto è partito dalla scelta del linguaggio di programmazione: il Python, uno dei linguaggi più semplici tanto che viene insegnato con successo anche ai bambini. Poi è stata scelta un’architettura capace di far comunicare gli oggetti fra loro, con la rete e con gli elettrodomestici che già abbiamo in casa: condizionatori, televisori, lampade, contatori. Infine è stata progettata una schedina elettronica capace di rilevare rumori, segnali infrarossi, variazioni di luminosità, ma anche temperatura o la presenza di anidride carbonica».
Si tratta di una tecnologia di grande efficacia che può trovare applicazioni nelle grandi industrie manifatturiere e rendere più efficienti le piccole imprese; può servire ai laboratori, alle botteghe artigiane e perfino aiutare i negozi commerciali: «Pochi click sul computer, una piccola scheda elettronica che non consuma quasi niente e qualsiasi oggetto potrà essere visibile ed accessibile tramite computer o cellulare».
Le applicazioni
Televisori innovativi, lampade smart e termostati di nuova generazione si stanno affacciando nelle nostre case. Questa è la cosiddetta “internet of things” che sviluppa oggetti pronti a dialogare in maniera più intelligente con i suoi abitanti. Sveglie sincronizzate con la macchina da caffè, la lavatrice che sceglie tempi, temperatura e quantità di sapone sulla base dei panni che abbiamo messo dentro e di quanto sono sporchi. Con Viper sarà possibile fare tutto questo e monitorare ogni aspetto della propria abitazione: «Sarà possibile sapere, ad esempio, se il cane ha sete o se i bambini sono rientrati da scuola, di spegnere il riscaldamento se lo abbiamo lasciato inavvertitamente acceso o di controllare da lavoro se abbiamo chiuso il gas, il tutto con dei semplici clic».
La scelta del nome è frutto di un gioco di parole ideato dai creatori: «Quando hai un computer con un grande microprocessore e tanta RAM puoi scrivere in Python, che è un serpente grande! Quando hai una piccola scheda elettronica, con un microprocessore piccolo e poca RAM, allora scrivi in Viper: un serpente piccolo ma molto velenoso».
Ma per spiegare definitivamente la bontà del progetto e convincere le persone a supportarlo, il team ripesca il personaggio di Geppetto, uno dei più amati della favola di Pinocchio: “Ve lo ricordate? Pescò un semplice pezzo di legno e ne fece un pupazzo che poi la fata turchina ha animato con la magia. Un’operazione che ha trasformato un oggetto inanimato in un essere vivente e interattivo. Con Viper succede la stessa cosa: si può dare facilmente “vita” a oggetti inanimati o meglio li si può rendere capaci di captare informazioni dall’ambiente e interagire con altri oggetti e con gli esseri umani. Quello che abbiamo sviluppato è un Geppetto 3.0».