Nata per gioco tra due amici è cresciuta tanto e adesso GiPS Tech è tra le startup più promettenti secondo Red Harring. La storia del suo successo
Un’ anomalia, un problema, un punto irrisolto che diventa la svolta della propria vita, un’opportunità. Questa è la storia di GiPS Tech, la startup calabrese (i founder provengono dall’Università della Calabria, a Cosenza) che si occupa di geolocalizzazione indoor colmando le lacune di wi-fi, beacon e IoT integrandoli in un sistema che punta sul geomagnetismo terrestre e che sta convincendo investitori (come ad esempio i business angel di IAG) e importanti premi a puntare su di loro.
Una startup nata per gioco
È Gaetano D’Aquila, uno dei fondatori insieme a Giuseppe Cutrì, a raccontare la storia di un gruppo di amici prima che di ricercatori: “Giocavamo insieme e stavamo lavorando a un dispositivo che serve a misurare l’assetto degli oggetti, tipo quelli degli aerei e dei droni: questo sistema, però, al coperto non funzionava. Il problema era nel sensore magnetico: cavi, termosifoni, insomma il ferro presente negli edifici chiusi sfasava il segnale. Non sapevamo che pesci prendere, finché abbiamo avuto l’illuminazione: e se utilizzassimo questa anomalia a nostro vantaggio?”. Nasce così la startup GiPS Tech: utilizzare l’anomalia per localizzare persone, cose o oggetti al chiuso di padiglioni, magazzini, fiere espositive e tanto altro ancora. “Il concetto di base è semplice: noi sappiamo che in quella posizione il geomagnetismo ha un valore: dunque, non resta altro che associare a quel valore una persona, uno stand, un negozio o un ufficio per localizzarlo”.
I primi passi di GiPS Tech
Capiscono che l’idea ha un valore e un posto nel mercato e costruiscono il primo prototipo: subito dopo averlo presentato, alla Start Cup Calabria 2013, vincono nello stesso anno il TechCrunch Italy e il Premio Marzotto attirando l’attenzione degli investitori e continuando a lavorare sul prototipo. “Il mondo del posizionamento indoor – continua Gaetano D’Aquila era in profondo mutamento: la nostra idea era ben apprezzata ma altri fattori stavano entrando in gioco, come l’ingresso dei beacon e la vorticosa crescita dell’Internet Of Things. Abbiamo dunque iniziato a lavorare per inserire anche wi-fi e beacon all’interno del nostro prodotto, completandolo e colmando le loro criticità: non solo questi sistemi hanno costi più alti, ma mancano di precisione. Il nostro sistema permette di chiudere “l’ultimo miglio”, per così dire, dare la precisione di pochi centimetri alla localizzazione”.
Questo lavoro certosino ha subito attirato l’attenzione degli investitori: a maggio del 2014 arriva un importante investimento da 200 mila euro da parte di Italian Angels For Growth e qualche mese dopo la vittoria del TalentLab di CalabriaInnova. “L’apporto di IAG – spiega Gaetano – è stato molto importante. Sono imprenditori con un network ed esperienze diversificate, riescono a darti suggerimenti e punti di vista su ogni settore, dalla sanità alla logistica, campi sui quali stiamo lavorando per affinare il nostro prodotto”. L’app, attualmente, è in beta ed è arrivata all’ultima fase di sviluppo prima di essere lanciata sul mercato.
Tra le 100 più influenti del 2015
Il futuro di GiPS Tech, però, sarà lontano dall’Italia: nei mesi scorsi sono stati inseriti, unici italiani, nelle 100 startup più influenti dell’anno da Red Harring (lo scorso anno c’era Musement, che ha chiuso un round di investimento da 5 milioni nel 2015) e adesso stanno lavorando allo sviluppo finale. Dopo la vittoria nella fase uno della call di Horizon2020 e il conseguente grant da 50 mila euro, li aspetta un’estate di test e poi un volo transoceanico. “Attualmente – spiega Gaetano – stiamo lavorando con una serie di partner internazionali per testare il nostro prodotto e renderlo sempre più preciso. In molti vogliono integrare la nostra tecnologia, in particolare sugli smartphone, e per implementarla stiamo lavorando ad un secondo round di finanziamento, che divideremo probabilmente in due parti: la prima, in Italia, ci servirà per spostarci nella Silicon Valley e chiudere un round più importante. Negli States la geolocalizzazione è molto più avanti rispetto a noi, in Italia c’è un forte ritardo tecnologico su questi temi e abbiamo necessità di lavorare a fondo sulle nostre linee di sviluppo, puntando forte su sicurezza del lavoro, ospedali e grandi centri di distribuzione”.
di Francesco Rende – Twitter @Gioffo