Un’app per creare e condividere video istantanei. Che cambiano in base alle emozioni di chi li guarda. Si chiama Cinny l’idea di Stefano Bargagni
Un’app rivoluzionaria per creare e condividere video istantanei. Che cambiano in base alle emozioni di chi li guarda. Si chiama Cynny l’idea di Stefano Bargagni, già fondatore di CHL, tra i primi siti di e-commerce, otto mesi prima di Amazon. In un anno ha raccolto quasi cinque milioni di euro di finanziamenti. La raccontiamo attraverso la voce del protagonista.
Tutto è nato come servizio di cloud storage
L’idea di Cynny nasce in Romania: è lì che vive Stefano, imprenditore seriale nel campo IT: «Mi occupavo di compravendita immobili ed era difficile gestire i tanti dati degli italiani che compravano in Romania. Allora ho realizzato un modello per archiviarli in modo più agevole, più economico e sostenibile rispetto a quelli sul mercato» racconta Stefano a Startupitalia!. La tecnologia che sviluppa insieme a un team di collaboratori (oggi sono quaranta tra ingegneri e programmatori) si chiama CYOne: «Sostituiamo ai server tradizionali, tanti micro server, più piccoli di un telefonino (3,5 x 8,6 cm). Questo crea un’infrastruttura che permette di archiviare grandi quantità di dati a un costo 7-10 volte minore rispetto ai concorrenti e con un consumo di 2 watt per ogni server».
Dall’archiviazione alla creazione di instant video
Oltre ai dati, Stefano e il suo team si rendono conto che CyOne può prestarsi a diversi usi: come l’erogazione di file verso i client in modo più veloce: «Abbiamo pensato ai video. Il sistema permette di crearli con uno sforzo e un numero di operazioni pari a quelli che servono oggi per condividere post o foto sui social network». Come? L’utente archivia dati nel cloud storage (immagini, clip audio, testi…). E può utilizzarli per creare video che vengono trasformati nel browser dello spettatore. Questo riduce la quantità di dati necessaria per la trasmissione (da 5 a 20 volte) e i tempi di attesa per visualizzarli.
Video che cambiano in base all’emozione di chi li guarda
La vera rivoluzione sarà in un sistema, oggi in fase di sviluppo, che consentirà di adattare il video in base allo spettatore (fisionomia, genere, età, interessi…): «Funziona così. L’app chiede l’autorizzazione all’utente e attraverso la telecamera del dispositivo analizza le espressioni facciali di chi guarda. In questo modo lo spettatore è al centro della fruizione, è lui il vero regista. E uno stesso video non sarà mai lo stesso, diverso rispetto alle caratteristiche di chi lo guarda».
Modello di business ancora da definire
Oggi il team è impegnato nello sviluppo del sistema (che andrà sul mercato il prossimo anno) e sulla raccolta di capitali. Ancora non c’è un modello di business definito, anche se i campi di applicazioni sono vasti: «Pensiamo al marketing con l’opportunità di creare pubblicità che corrispondono agli interessi dei singoli utenti. Per esempio, a me piacciono le auto sportive e mi appariranno solo contenuti di quel tipo. O nel campo educativo: Cynny riconosce se uno studente ha capito o meno un concetto e può rispiegarlo. Ma ci sono altri utilizzi come sistemi che rilevano se un guidatore sta per addormentarsi, mentre è alla guida…».
4,9 milioni di euro raccolti in due anni
Per finanziare Cynny Stefano ha percorso diverse strade: due campagne di crowdfunding (su StarsUp e Investi-Re, con 170mila euro raccolti). E altre fonti di finanziamento (Intermonte Milano, una società di investimenti svizzera, Planven): «Ho iniziato io mettendoci quasi 1 milione di euro, poi ho cercato fondi tra istituzioni, portali di equity crowdfunding, familiari e conoscenti. Oggi abbiamo raccolto una cifra di 4,9 milioni di euro».
Agli startupper: «Non fermatevi alle difficoltà»
«La differenza tra un imprenditore e un non imprenditore è che il primo non si arrende, non dorme la notte se ha un problema, si arrabbia se sbaglia e poi è pronto a ripartire. Io tutte le volte che ho insistito ce l’ho fatta» consiglia Stefano che prima di Cinny ha guidato diversi progetti industriali internazionali per conto della Frael Computer. Oltre al CHL, tra i primi ecommerce al mondo, portato in Borsa nel 2000, ha fondato e diretto anche due startup negli Stati Uniti (la Pride Inc. e Activei Inc). Lo ha fatto insieme a Renato Iwersen e Simone Pratesi, manager che lo accompagnano anche in quest’avventura.
Giancarlo Donadio
@giancarlodonad1