Italian Angels for Growth, ovvero la più grande associazione italiana di Business Angel, si unisce all’incubatore del Politecnico per sostenere lo sviluppo di startup innovative
Quando un ecosistema è sano difficilmente smette di crescere. E Torino oramai ha tutte le carte in regola per rappresentare un’isola felice per startupper e makers. Sotto la Mole è stato fondato il primo fabLab italiano e attualmente è presente I3P, l’incubatore universitario più importante del nostro Paese, quinto in Europa e quindicesimo al mondo. Almeno secondo la classifica annuale 2014 realizzata dalla svedese Ubi Index.
E proprio da I3P arriva l’ennesima buona notizia. Italian Angels for Growth, ovvero la più grande associazione italiana di Business Angel, si unisce all’incubatore del Politecnico per sostenere lo sviluppo di startup innovative: «L’accesso al ricco network IAG potrà dare ai progetti delle nostre startup ulteriori importanti opportunità di crescita»– afferma Marco Cantamessa, presidente e amministratore delegato di I3P, che aggiunge – «Ad oggi abbiamo avviato 170 startup in diversi settori, quali ICT, Cleantech, Medtech, Industrial, Social Innovation, Elettronica e Automazione. Pensiamo quindi che questa collaborazione potrà dare nuova linfa all’ecosistema che sostiene le giovani imprese innovative nel nostro paese».
In cosa consiste l’accordo
In base all’intesa siglata, l’incubatore I3P effettuerà periodicamente uno scouting tra le aziende del proprio network per identificare una rosa da presentare a IAG. Allo stesso tempo IAG si rende disponibile a promuovere presso i propri soci le giovani imprese segnalate da I3P, per valutarne l’inserimento in una fase di screening e selezione interna, che potrebbe portare all’attivazione di un eventuale investimento.
«C’è stato un primo incontro una settimana fa» racconta Massimiliano Ceaglio, COO di I3P «Con il presidente e una delegazione di IAG abbiamo incominciato a ragionare su quali potrebbero essere le procedure di lavoro. Trattandosi di un club di investitori ci troviamo di fronte a procedimenti abbastanza complessi, come normale che sia. Quello che stiamo cercando di capire e come possiamo bypassare alcuni step per velocizzare le procedure. Inoltre stiamo cercando di delineare con quale modalità presentare i progetti che riteniamo, di volta in volta, più pronti. Fondamentalmente, quello che faremo è saltare tutta la fase di pre-screening che loro fanno abitualmente, come i primi incontri/pitch conoscitivi. Nelle prossime settimane faremo alcuni test per capire cosa può funzionare e cosa no, si tratta di una fase di transizione e in tal modo deve essere considerata».
Una potenza di fuoco da 22,5 milioni di euro
I Soci IAG, più di 120, sono uomini e donne, imprenditori, manager, professionisti e esperti di finanza che ad oggi hanno investito, anche con il contributo di altri operatori, 22,5 milioni di euro in 28 imprese innovative, eccellenze della ricerca e dello sviluppo tecnologico: «Con questo accordo di partnership si aggiunge un importante tassello alla strategia di IAG, volta a sostenere l’imprenditorialità innovativa»- afferma Maria Cristina Fenoglio Gaddò, Angel referente per l’incubatore, che aggiunge – «le startup ad alto contenuto tecnologico, insieme agli stretti legami con il Politecnico di Torino e l’attento tutoraggio dell’incubatore, pongono tutte le premesse perché si creino delle importanti sinergie con IAG, che potrà mettere a disposizione le ampie competenze imprenditoriali e il sostegno finanziario dei suoi soci. Ad oggi con il nostro supporto già 28 giovani aziende hanno potuto conoscere ulteriori fasi di sviluppo per il loro progetto».
Club Italia Investimenti 2 e P101 insieme
Non si tratta del primo partenariato che I3P ha sottoscritto negli ultimi anni. Già con Club Italia Investimenti 2 e P101 esiste un rapporto di collaborazione che ha portato molte delle startup incubate a ricevere dei finanziamenti: «In quei casi» ricorda Ceaglio «Le attività sono già ben rodate, il percorso più snello e semplificato. Con Club Italia Investimenti 2, ad esempio, raccogliamo un certo tipo di investimenti, che solitamente non superano i 50.000 euro, e che servono ad un progetto per partire. Un processo che si risolve in quindici giorni: un incontro dove l’investitore pone le prime domande e richiede un certo tipo di materiale, la ricezione e l’analisi, la sottoscrizione o meno del contratto».
Anche con il programma P101 avviene qualcosa di simile: «L’investitore incontra la startup e si prende normalmente una settimana per decidere se partire con la due diligence. In questi casi parliamo di cifre più alte e importanti per cui per l’intero iter ha bisogno di circa due mesi per arrivare a compimento». Qualcosa che non può essere replicato con Italian Angels for Growth: «Loro, funzionando come club, fanno delle riunioni in cui, vedendosi tutti insieme, possono decidere come procedere, caso per caso, e verificare se esiste il numero di angel disposto a mettere i soldi che sta cercando una startup. I tempi quindi potrebbero essere più lunghi. Inoltre, il rapporto che ci lega con Club degli investimenti 2, P101 e anche Club Digitale è già valido e funzionante. Con Italian Angels For Growth è stato fatto un primo accordo per cui è naturale dover aspettare le prossime settimane per capire come si riuscirà a lavorare. Ma questo è una loro tassello importante che rende ancora meno problematico il reperimento di fondi da parte delle nostre startup».