Proiezioni, immagini e suoni interattivi avvolgono e coinvolgono i partecipanti fino a farli diventare artisti e opere d’arte.
I luoghi d’arte, quelli in cui è possibile esprimere ogni forma di creatività, spesso si trasformano in habitat fortemente interattivi, pensati per visitatori desiderosi di vivere attivamente l’esperienza artistica, e diventare coprotagonisti di un sistema sensibile alle intenzioni e alle preferenze di chi lo attraversa. A tal fine InVision si propone come un ambiente sensibile, in cui i sensori e le interfacce naturali, come lo sguardo e i gesti ad esempio, trasformano gli utenti in attori principali in grado di creare e arricchire i contenuti, senza l’aiuto di dispositivi esterni. Proiezioni, immagini e suoni interattivi avvolgono e coinvolgono i partecipanti, fino a farli diventare artisti e opere d’arte. Visitatori che vivono attivamente l’esperienza artistica, trasformandosi in coprotagonisti di un sistema che diventa sensibile alle intenzioni e alle preferenze di quanti lo attraversano.
Davide Maria Calandra e Antonio Caso, entrambi Software Engineer, assieme a Linda Sorrentino Architect, Designer, propongono la loro startup sul mercato dello spazio virtuale, dopo un processo di vero e proprio riassemblaggio dell’idea originaria, grazie ai suggerimenti e al lavoro dei tutor incontrati al Creative Clusters di Sviluppo Campania: “Prima di partecipare al Creative Clusters dell Regione Campania, eravamo idee un po’ confuse – commenta Davide Maria Calandra – ma i nostri tutor sono stati molto bravi a smontare in modo critico e costruttivo il nostro progetto originario. Così abbiamo fatto chiarezza e siamo ripartiti: questo è stato il valore aggiunto del Creative Clusters”.
Ma no solo: il percorso formativo è stato utile anche per capire come porsi efficacemente sul mercato: “Prima di tutto abbiamo capito e ci siamo convinti che per la nostra idea esiste un bacino potenziale di mercato e abbiamo capito come approcciarci nel modo giusto – sostiene Antonio Caso -. La cassetta degli attrezzi che ci è stata fornita è stata preziosissima per imparare a presentare e comunicare nel modo giusto il nostro progetto. Abbiamo iniziato a ragionare in termini di vision e di mission, cosa che prima non avevamo mai fatto. Siamo fiduciosi, e anche se il percorso formativo si è concluso, saremo seguiti dai tutor che credono in noi, seguendo un approccio molto più interdisciplinare rispetto a quello immaginato inizialmente”.
Quali saranno i prossimi passi di InVision? “Da domani incominceremo a costruire contenuti per raccontare la nostra idea a potenziali investitori e clienti – spiega Linda Sorrentino -. Attualmente disponiamo solo di un prototipo e lavoreremo per completare il lavoro. Siamo sulla buona strada”.