Tech.eu ha intervistato tre tra i più brillanti community manager di startup che lavorano in Europa. E raccontano perché una community offline è necessaria per il successo di una startup
Tech.eu ha intervistato tre tra i più brillanti community manager di startup che lavorano in Europa – Bram Kanstein di Product Hunt, Maddie Sheesley di EyeEm e Osto Valta di FishBrain. Ogni giorno gestiscono migliaia di utenti dai loro computer, tablet, smartphone e fanno in modo che la community di persone che ruotano attorno alle loro startup sia il più attiva possibile.
«È diverso avere delle persone che usano il tuo prodotto e delle persone a cui il tuo prodotto piace così tanto che lo vogliono raccontare ad altri», spiega, Maddie Sheesley, da due anni community manager di EyeEm, una startup di photo-sharing con sede a Berlino. Eppure il loro lavoro non si esaurisce nella comunicazione virtuale, tra social network, blog e email. «Portare la community offline è una grande parte del lavoro», dice. Il vero engagement, il coinvolgimento, un aspetto fondamentale della gestione di una community, arriva quando «le persone cominciano ad incontrarsi ai nostri meet-up. O ancora meglio: quando delle persone che si sono conosciute grazie a EyeEm, che si incontrano fuori EyeEm».
Bram Kanstein di Product Hunt, una piattaforma che raccoglie il meglio degli ultimi prodotti tech da tutto il mondo, è d’accordo. «La nostra community è formata da makers, persone che si occupano di marketing, di design, affari, investitori. Ho semplicemente pensato che sarebbe stato interessante farli incontrare tutti di persona», spiega. Così sono nati i primi meet-up. «Poter incontrare tutte queste persone offline è un vero e proprio vantaggio e lo vedono tutti. La scorsa settimana abbiamo avuto circa 40 meet-up e l’obiettivo è arrivare a 100». Qui il resto dell’articolo.