Sono state 2886, il player più attivo sul mercato è Google, seguito da Yahoo e Twitter. 5 infografiche riassumono il mercato delle exit mondiale, spiegando trend e possibili sviluppi
“Chase the vision not the money, the money will end up following us”. La frase è di Tony Hsieh, attualmente CEO di Zappos, il sito web leader nel commercio di accessori online, e tra i fondatori nel 1996 di LinkExchange, venduto poi a Microsoft nel 1999 per 265 milioni di dollari.
2886 exit nel 2014 (il doppio del 2013)
Se l’idea è buona insomma, i soldi arrivano, e nel 2014 pare che la tech exit activity, cioè il mercato della compravendita di società più o meno grandi legate al settore tech abbia registrato un +58% rispetto al 2013. 5 exits su 10 hanno riguardato il settore di internet e due su 10 il mobile. Un totale di 2886 exits, quasi il doppio rispetto alle 1825 del 2013, per il 97% M&A, sigla che sta per Mergers and Acquisition, fusioni e acquisizioni di imprese. Il 3% del mercato è invece rappresentato dalle IPO, la ricerca di finanziamenti da parte di un’azienda che sta crescendo e vuole fare un salto, attraverso la vendita di parte delle quote.
Sono i numeri raccontati su “The 2014 global tech exits report” di CB Insights, che fa il punto su mercato delle trattative private nell’anno appena trascorso.
Raddoppiati anche gli «unicorni»
Anche se sono raddoppiati rispetto al 2013, i cosiddetti “unicorni” cioè le aziende valutate per oltre 1 miliardo di dollari, sono sempre una piccolissima goccia nel mare: l’1,1% del totale. Al tempo stesso, 4 imprese su 10 hanno un valore inferiore ai 50 milioni di dollari. In ogni caso, 32 1B+ sono un numero sufficiente per far affermare a Jason Green, venture capitalist di Emergence Capital Partners, che se storicamente gli unicorni erano creature mitologiche rare, oggi ne siamo letteralmente pieni. “Now there are herds of unicorns” racconta sulla rivista Fortune nel gennaio 2015.
Per farsi un’idea di chi siano questi “unicorni”, sempre lo scorso gennaio Fortune ha stilato una lista esaustiva: al primo posto Xiaomi, al secondo Uber, al terzo Palantir. E poi Airbnb, Flipcart, Dropbox, Snapchat, solo per citare i primi dell’elenco (StartupItalia li ha elencati qui, ndr).
L’anno del settore pubblicitario per le startup
Per quanto riguarda le cosiddette Venture capital backed IPO, secondo il report il 2014 sarebbe stato l’anno del settore pubblicitario e della business intelligence, ambiti che hanno visto rispettivamente 47 e 32 exits. Una per tutte WhatsApp che nel febbraio 2014 è stata acquisita da Facebook, ma l’elenco è lungo, come mostrava lo stesso CB Insight il 25 dicembre scorso.
C’è chi investe e c’è chi compra. Riguardo agli investitori, in particolare i Corporate Investors e i Corporate Venture Capital, al primo posto della classifica troviamo Intel Capital, al secondo Google Venture e al terzo Qualcomm Venture. Google svetta invece al primo posto come Tech Acquirer per il 2014, seguito nell’ordine da Yahoo, j2 Global, twitter, Microsoft, Apple Inc., Dropbox e Facebook, solo per citare i primi in classifica.
L’Italia è al 17mo posto per le exit
E l’italia? Secondo CB Insight il nostro mercato si colloca al 17mo posto, dopo molte altre superpotenze europee, ma prima di paesi come il Giappone o come Finlandia, Svezia e Svizzera. A trainare la biga alata, non serve dirlo, sono invece gli Stati Uniti, al primo posto nel 2014 per numero di Tech Exits. Ma è un altro il dato che stupisce: il fatto che la Tigre asiatica non compaia nella top-5 fornita da CB Insights. Troviamo la Cina infatti solo al sesto posto, dopo UK, Canada, Germania e India.