Trivo è una startup lanciata da Luca Carabetta, collaboratore parlamentare del M5S, che dopo essersi occupato tanto di startup ha deciso di farne una.
Il suo nome non è molto noto al mondo delle startup innovative. Eppure tra quelli che hanno contribuito a definirne il concetto, a permettere la creazione di aziende con la firma digitale invece del notaio, e ad estenderne «l’età» da 4 a 5 anni secondo quanto previsto dall’investment compact c’è anche lui. Luca Carabetta, ha 24, Torino. Ingegnere energico. Attualmente consulente alla camera, lavora in ambito startup e innovazione per il movimento 5 stelle, collaborando col deputato Ivan Della Valle, che ha firmato gli emendamenti alla legge. Ora ha deciso di saltare dall’altra parte della barricata. Di fare impresa, avviando la propria startup insieme ad altri colleghi e amici della sua città. Un team di 7 persone coordinate da lui come amministratore delegato. Il suo progetto, che ha deciso di finanziare con una campagna di crowdfunding su Indiegogo si chiama Trivo. E’ un dispositivo cerca oggetti che si collega bluetooth agli oggetti (o nel caso persone). Finora ha ottenuto un centinaio di ordinazioni, ma la campagna durerà ancora un mese. Un dispositivo che consente di tenere sotto controllo le cose importanti per persone solite a dimenticarle.
Cos’è Trivo?
Trivo è un tracker, un dispositivo che ti consente di tenere sotto controllo tutto ciò a cui tieni: ti avverte se ti stai allontanando dalle chiavi di casa e ti aiuta a trovare la macchina nel parcheggio, localizza il tuo cane se scappa e ti allerta se tuo figlio si sta allontanando troppo da te. Trivo si propone come soluzione definitiva per chi perde sempre tutto o per chi vuole uno strumento per la sicurezza del proprio bambino, animale domestico o della propria automobile. E’ ricaricabile via wireless, sfrutta la stessa tecnologia implementata negli smartphone Samsung o Nokia, la Qi Wireless Power. Per realizzare tutte queste funzioni, Trivo è dotato sia di modulo GPS che di modulo Bluetooth e vanta il prezzo più economico del settore: 55 euro. Ed è made in Italy.
Dalla politica per le startup a fare startup. Che è successo?
Mi sono occupato di startup, è vero. Poi l’idea che è nata da me. Dimentico tutto. L’ultima volta che mi sono dimenticato dopo una passeggiata dove ho lasciato la macchina ho deciso di fare qualcosa. E risolvere il problema in maniera innovativa. Poi ci siamo accorti che poteva essere usato per diversi tipi di problemi. L’idea di Trivo viene fuori nel tardo 2014. Agli inizi del 2015 ho messo su il team di persone e abbiamo cominciato a lavorare.
Perché avete scelto il crowdfunding per lanciare il vostro progetto?
Sono sempre stato affascinato dall’idea della rete e il crowdfunding si presenta senza dubbio quale strumento più efficace: in pochi giorni una tua idea può essere condivisa con tutto il mondo e tante persone come te possono contribuire a renderla realtà.
Cercate investitori?
Al momento siamo interessati al raggiungimento dell’obiettivo fissato su Indiegogo, 100.000 euro per potere avviare l’attività e la produzione di massa. Abbiamo già ricevuto richieste da parte di potenziali investitori, interessanti in possibili integrazioni di Trivo in loro prodotti, soprattutto nel settore della mobilità. Siamo aperti a qualsiasi ulteriore richiesta specifica.
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