150mila euro di finanziamento, una partnership con il team di Moto2, Speed Up, e un prodotto che punta da subito all’internazionalizzazione: Brain si prepara per il lancio. Primo mercato, il motociclismo.
(Comunicato Stampa) – Tenere sotto controllo il proprio battito cardiaco e altri parametri mentre si è in sella a una moto, avere la possibilità di visionare tutte le metriche relative a un giro in pista o su strada (velocità, angolo di piega, forza g, giri motore, rapporto inserito, traiettoria, tempo sul giro e molto altro) e avere a disposizione anche un sistema di sicurezza integrato, che manda un segnale di allerta ad alcuni numeri selezionati di amici e parenti in situazioni di potenziale pericolo (moto piegata a terra, ferma, o accelerazioni tipiche di un incidente): sono queste alcune delle funzioni più importanti di Brain, una “scatoletta” basata su Android, che contiene diversi sensori dedicati al mondo degli sport estremi, in particolare al motociclismo.
Dietro le quinte di questa startup ci sono due giovani italiani, Simone Grillo e Timoteo Ziccardi, che sono passati dall’essere colleghi dipendenti all’interno di un’azienda di sviluppo software e hardware a diventare imprenditori e fondatori di Brain, startup che ha preso vita nel 2014 e che ha raccolto subito 150mila euro di finanziamento. Per realizzare il loro progetto, Simone e Timoteo si sono licenziati, rinunciando al “posto fisso” e investendo nella realizzazione della loro creatura imprenditoriale.
«Ci rivolgiamo ad appassionati e ad amatori, per cercare di rendere possibile la costruzione di un’esperienza ‘da professionisti’ in pista e per offrire uno strumento per la sicurezza quando si trovano su strada. Sarà sufficiente attaccare la scatoletta sulla coda della moto, schiacciare un pulsante e il Brain verrà attivato.”
Uno strumento per misurare le performance e per aumentare la sicurezza dei motociclisti
«Performance e sicurezza sono i due aspetti a cui guardiamo con particolare interesse – spiegano i due fondatori di Brain – Proprio per questo, in aggiunta a tutte le possibilità di misurazione per quanto riguarda alcune metriche come velocità e tempi, abbiamo deciso di sviluppare anche un algoritmo specifico per la sicurezza.
Quando il Brain sente delle accelerazioni simili a quelle che avvengono quando c’è un incidente, oppure avverte che la moto rimane ferma, piegata a terra, in una determinata posizione, il sistema invia un segnale di allerta a uno o più numeri preimpostati e a queste persone arriva un SMS con indicata anche la posizione data dal GPS. In questo modo chi riceve l’SMS può visualizzare immediatamente la posizione del potenziale incidente.
«Sul lato adrenalina e performance, invece, per rispondere alle esigenze di chi ama correre in pista, abbiamo realizzato anche un sistema di integrazione con la GoPro (o action cam simili): in questo modo verranno mostrati in sovrimpressione sul video di una GoPro i dati e le metriche raccolte durante un giro in pista. Questo contribuisce a rendere l’esperienza di Brain ancora più vicina all’esperienza di un professionista”.
Un’esperienza da professionisti anche per gli appassionati
Dentro Brain ci sono diversi sensori: GPS + glonass, sensore di temperatura, un barometro, un accelerometro, un giroscopio, un magnetometro, un microfono. Inoltre, è presente la connettività wifi e bluetooth, la memoria interna e una batteria. Infine collegando un cardiofrequenzimetro, si può controllare la frequenza dei battiti cardiaci in determinati momenti, come una piega in curva o nell’istante in cui si accelera. Tutte le metriche raccolte sono visibili poi direttamente sul proprio smartphone, con delle dashboard riassuntive e possono essere anche condivise sui proprio canali social.
«Questi aspetti – raccontano Simone e Timoteo – per gli appassionati di motociclismo o per i piloti dei campionati minori, possono rivelarsi utili e interessanti, per migliorare le proprie performance e per rendere più divertente e sicura anche l’esperienza che vivono in pista”.