Da Factory 2050 alla crescita post-startup: per il quotidiano britannico Guardian il futuro delle piccole medie imprese per gli inglesi si chiama IoT (Internet of things). Lo spiegano questi trend
L’Internet of things sarà la chiave di volta per la prossima rivoluzione nella produzione di beni e servizi. Ne è convinto il Guardian, che ha dedicato al nuovo trend dell’economia uno speciale sul suo sito. Ma non solo startup. L’IoT è una risorsa che coinvolgerà molte aziende che oggi, in Inghilterra, sono chiamate “small businesses” e che in Italia identifichiamo come “Piccole Medie Imprese (PMI)”. Molte di esse, nate come startup, hanno completato il loro primo ciclo di crescita, alcune sono uscite dal registro ministeriale, e ora magari non sono più startup innovative, ma continuano a fare innovazione. E a crescere. A febbraio StartupItalia! ha intervistato il CEO di Breed Reply Emanuele Angelidis che ha spiegato perché l’Internet of Things è una sfida alle nostre imprese innovative per il futuro del paese. I trend elencati dal Guardian quindi ci riguardano da vicino.
La rivoluzione dell’Internet of Things
Molte di queste sono aziende che stanno sviluppando soluzioni in settori che si sposano perfettamente con l’Iot. Esempi che ci fanno pensare ad una società in continua evoluzione in cui possiamo già intravedere, ad esempio, confezioni di medicinali che sono in grado di riferire a un medico quando il paziente ha effettivamente preso le sue pillole o bottiglie di vino che ci avvertono quando hanno raggiunto la temperatura ottimale per essere consumate. Ora come ora sono numerosissime le implicazioni commerciali che questo fenomeno possiede. Basti pensare ai proprietari di esercizi commerciali che potranno usare le conquiste dell’IoT per monitorare al meglio i propri negozi e individuare meglio quali sono i settori e i prodotti più acquistati e desiderati dai clienti.
1. Dalla manifattura al WiFi nelle miniere
In un report pubblicato nel 2014, il centro di ricerca sulle tecnologie Gartner ha identificato nella manifattura uno dei settori nei quali maggiormente troverà sviluppo l’uso dell’IoT. Già nel 2020, ad esempio, tutto ciò sarà molto più che visibile. Tradizionalmente gli “artigiani” sono sempre stati tra i primi a intuire le potenzialità delle innovazioni e a usare i sistemi più avanzati di monitoraggio, soprattutto quelli che permettono di poter usare macchinari, anche complessi, da remoto e coprendo distanze non indifferenti. Un esempio? L’azienda canadese Dundee Precious Metals usa una rete wifi sotterranea per controllare alcune sue miniere in Bulgaria, scavalcando addirittura un oceano e colmando una distanza enorme.
Il report di Gartner sottolinea, inoltre, come siano numerose le compagnie impegnate nell’estrazione di minerali che oggi usano sistemi IoT per collaudare autocarri senza guida all’interno delle miniere. Ovvero versioni molto più grandi delle macchine senza autista che sono sviluppate fin qui da Google. Queste novità permetterebbero alle compagnie di ridurre il numero di operai impiegati, incrementando la sicurezza dei siti.
Il settore della manifattura, del resto, è uno di quegli ambiti su cui la Gran Bretagna punterà di più anche in futuro. Ne è dimostrazione la “Factory 2050” che verrà costruita nei pressi di Sheffield: un centro d’eccellenza sulla manifattura che sarà collegato all’Università della cittadina inglese e che si propone di essere un punto di riferimento internazionale con una vocazione per l’IoT.
Le aziende potranno così lavorare insieme per risolvere uno dei problemi più pressanti del prossimo futuro: sviluppare macchine e robot che potranno aumentare l’efficienza della produzione industriale nel modo più veloce e concreto possibile riducendo rischi e problemi. Sono ancora in fase di studio alcuni sistemi avanzati di sicurezza che permettano ai lavoratori di allontanarsi dalle macchine e dalle fonti di pericolo a loro legate. Si stanno cercando delle soluzioni affinché essi possano comandarle, e nel caso fermarle, direttamente dal luogo in cui essi si trovano, in remoto, nel caso ci fosse un’emergenza. Similmente come è avvenuto per il mouse, che una volta collegato al computer ha permesso che i due device potessero interagire tra loro, così Factory 2050 sarà costituita da robot e macchine che potranno capirsi e interagire per portare avanti diversi compiti e mansioni.
2. La vendita al dettaglio
L’esperienza di vendita al dettaglio che si avrà in futuro potrebbe comportare per i venditori un vero cambiamento: la stampa di etichette intelligenti dei loro prodotti rappresenterebbe una piccola rivoluzione. Gli acquisti dell’utente, effettuati attraverso queste etichette che sono state semplicemente stampate, saranno poi passati attraverso uno scanner all’uscita del negozio dove avverrà la consegna. E questo diventerà possibile per oggetti diversissimi: dall’elettronica alle tazze di caffè. Inoltre, tutto quello che verrà “introdotto” nel proprio carrello sarà automaticamente riconosciuto e il costo detratto da una carta di credito registrata.
3. Moda e Fashion
Il fashion è stato tra i primi ad adottare come sue le nuove tecnologie intelligenti sviluppate dall’IoT. Sono moltissime, oggi, le app che permettono di mostrare foto di vestiti o accessori che possano informare l’utente e guidarlo all’interno del negozio per trovare il capo d’abbigliamento a cui è interessato.
Ian McCready, l’amministratore delegato di un’azienda londinese che si chiama Cortexica, il cui software permette di trovare da un database i prodotti facendo semplicemente una foto, ha predetto che la tecnologia permetterà agli utenti di immortalare e ritrovare, attraverso video e foto con i loro telefonini, i vestiti che le persone indossano al momento e che li hanno interessati a primo sguardo. Tutto connesso, tutto collegato. Ma anche tutto semplificato.
4. Sensori nei documenti e servizi alle professioni
Molti aspetti legali rimangono tuttavia immuni dai cambiamenti tecnologici come, per esempio, quelli relativi alle transazioni economiche. Eppure aziende come la PragmatIC Printing, che sta sviluppando dei chip che contribuiranno concretamente allo sviluppo dell’IoT, hanno inserito nell’intestazione dei loro documenti legali alcuni piccolissimi sensori, visibili con gli smartphone, attraverso i quali verificarne e confermarne l’autenticità. Un’altra possibilità che si sta diffondendo è quella di usare sensori simili per quelle marche da bollo che devono essere pagate per prodotti come l’alcol o le sigarette.
La medicina è una loro i quei settori che da sempre ha abbracciato le nuove tecnologie senza indugi, specialmente quando si sono dimostrate in grado di stipulare dei patti commerciali che avessero come obiettivo quello di allungare la vita e migliorare la quotidianità delle persone anziane. Innovate Uk, l’ente del governo inglese per l’innovazione, che un tempo si chiamava Technology Strategy Board, ha stilato uno schema d’azione chiamato Dallas (acronimo di “delivering assisted living lifestyles at scale”) che si prefigge di mostrare come le nuove tecnologie possono aiutare, e risultare decisive, nel campo dell’assistenza sanitaria.
5. Infine (immancabile) medicina e salute
Ad oggi, non crea scalpore, il fatto che molte persone utilizzano alcune particolari tecnologie, installate all’interno della loro casa che possono misurare la pressione sanguigna, il loro peso o il livello di ossigeno presente nei loro soggiorni. Il tutto azionando con un dito dei semplici sensori. Tutti i dettagli relativi a questi dati vengono poi inviati in un centro di monitoraggio che può essere visualizzato attraverso il televisore o altri visori. Allo stesso modo molti dottori possono analizzare lo stato di salute dei loro pazienti lungodegenti con dei sistemi di monitoraggio che funzionano in remoto, senza così perdere di vista il percorso di cura stabilito per ciascuno di essi.
Il programma per la sicurezza nazionale inglese (NHS), sempre attentissimo allo sviluppo dell’IoT, ha individuato quelle aziende che hanno sviluppato, o stanno sviluppando, alcune nuove tecnologie nell’ambito dell’assistenza sanitaria. L’intento è quello di volerle inserirle in un programma chiamato “test bed” che vuole analizzare e capire come il mondo dell’innovazione possa interfacciarsi con i sistemi più classici di assistenza e cura.
Ed è la stessa NHS a intravedere in futuro in questa collaborazione: «Tutto ciò potrebbe fornire nuovi servizi per la nostra comunità. Ad esempio, per le persone che soffrono di demenza senile, si potranno mescolare una serie di interventi che prevedono sia dei device indossabili collegati a un cellulare, sia sistemi tecnologici di monitoraggio attivati in casa, e sia infermieri o altri modelli di professionisti che lavorano nell’ambito della sicurezza e che, in tal modo, risulterebbero essere meno costosi».
Twitter: @arcamasilum