Una piccola tessera colorata con un cuore hi-tech promette di rendere smart tutti i nostri oggetti. Si chiama Mesh ed è il progetto di Sony che vuole avvicinare tutti gli utenti all’internet delle cose.
Autore: Antonio Carnevale
L’idea di un ingegnere, Alessandro Castrucci, di fare una pizza a impatto zero e che eviti «l’effetto del giovedì». A Milano la prima pizzeria che è anche un po’ startup
Si chiama Thor ed è finora il primo mini-aereo realizzato con stampante 3D che sia riuscito a volare. Ѐ stata una delle maggiori novità dell’ultima edizione dell’ILA Berlin, la Fiera Internazionale dell’aerospaziale.
Disegnare il proprio robot, decidendo forma e comportamento, e poi “dargli vita“: sarà possibile grazie alla fabbrica virtuale nata dalla collaborazione dei ricercatori del Politecnico di Zurigo con quelli del centro ricerche della Disney e dell’università Carnagie Mellon.
I ricercatori svedesi dell’Università di Lund insieme al premio Nobel per la pace Muhammad Yunus hanno messo a punto un sistema di depuratori a celle solari per le comunità non raggiunte dalla rete elettrica. Utilizza un sistema di led ultravioletti per eliminare i batteri dall’acqua.
Si chiama SmartBowl e consente di personalizzare la dose giornaliera di cibo. Comunicando col nostro smartphone poi, può informarci su quanto ha mangiato il nostro amico quattro zampe. Costa 49 dollari.
Mattoni fatti come i LEGO. Si chiamano SpeedyBrick e li ha inventati un ingegnere di Aosta, Flavio Lanese. Si legano grazie ad elementi metallici che garantiscono resistenza e totale sicurezza, ma anche grande versatilità in tutte le costruzioni.
Realizzato da Samsung, brainBAND è un wereable che registra in tempo reale la forza dell’impatto subito dal cervello durante gli scontri di gioco. Con i suoi sensori, raccoglie tutte le informazioni per studiare le conseguenze delle commozioni cerebrali sugli atleti.
Il Mind Control sarà in grado di “leggere” le intenzioni dello spettatore grazie a un lettore di onde cerebrali posizionato sulla sua testa: in questo modo, sarà il dispositivo a interpretare i segnali e a scegliere il programma da guardare.
Un team di ricercatori svedesi sta testando una tecnologia che permette di stampare in 3D tessuti umani: in futuro si potranno realizzare “pezzi di ricambio” per naso, orecchie e ginocchia