Cecilia Sala sarebbe stata liberata dal carcere di Evin, in Iran, grazie anche a un intervento di Elon Musk. A scriverlo è il New York Times, che sostiene che all’origine dell’intervento del magnate americano, proprietario di X, ci sarebbe stata la richiesta di aiuto partita dal fidanzato e collega della giornalista, Daniele Raineri a Musk attraverso il suo rappresentante in Italia, Andrea Stroppa. Che cosa si apprende sulla vicenda dal quotidiano americano?
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La ricostruzione della vicenda secondo il New York Times
Il New York Times ricostruisce così l’accaduto: un mese prima dell’arresto di Cecilia Sala, Musk aveva avuto un incontro con l’ambasciatore iraniano presso le Nazioni Unite, Amir Saeid Iravani. Successivamente, avrebbe di nuovo contattato l’ambasciatore, secondo due funzionari iraniani, uno dei quali è un diplomatico senior del ministero degli Esteri, entrambi a conoscenza della vicenda.
“Resta poco chiaro – scrive il New York Times – come Musk , un attore sempre più attivo, seppur non accreditato, sulla scena mondiale, dopo la vittoria di Trump, sia arrivato a sposare la causa del giornalista. È vicino al primo ministro italiano, Giorgia Meloni, che si è recata a Mar-a-Lago, la tenuta di Trump in Florida dove il signor Musk è una presenza abituale, e ha incontrato il presidente eletto il 4 gennaio….Meloni, in una conferenza stampa, ha detto di non sapere quale ruolo, se mai ce ne fosse stato uno, Musk abbia avuto nel rilascio di Sala. ‘Se ha avuto un ruolo, non ne sono a conoscenza’, ha affermato la premier italiana”, continua il quotidiano americano.
“Al momento del viaggio di Meloni a Mar-a-Lago – precisa il New York Times – il fidanzato di Sala, Daniele Raineri, aveva già cercato l’aiuto di Musk tramite un intermediario. In un’intervista, Raineri ha detto di aver pensato a lui perché aveva letto che c’era ‘un canale’ tra Musk e i diplomatici iraniani, e che Musk lavora anche a stretto contatto con Trump’”.
“Il signor Raineri, che è anche un giornalista, ha dichiarato di aver inviato un messaggio il 29 dicembre all’esperto informatico italiano e conoscente di Musk, Andrea Stroppa, per chiedergli se poteva portare il caso della signora Sala all’attenzione del miliardario e chiedere il suo aiuto. Stroppa ha dichiarato in un’intervista che Musk era a conoscenza della richiesta, ma che non sapeva se fosse stato coinvolto nel caso”, sostiene il New York Times.