Nel giorno in cui l’Italia incassa in politica estera la rapida liberazione di Cecilia Sala – forse con l’aiuto di Donald Trump, come lascia intuire un irriverente video social di Fratelli d’Italia, partito della presidente del Consiglio – la Ue ha invece un’altra gatta da pelare: ritrovare compattezza, nonostante le tante debolezze politiche e l’instabilità di molteplici governi, per rispondere per le rime al presidente eletto americano, desideroso di inglobare la Groenlandia – pure con la forza -, isola danese e, perciò, afferente a un Paese membro dell’Unione europea.
I leader Ue a difesa della Groenlandia
Con la presidente della Commissione Ursula von der Leyen fuori gioco per colpa di una brutta polmonite, la risposta di Bruxelles però è quantomai flebile: «Non entriamo nello specifico delle dichiarazioni» di Donald Trump, ha dichiarato una portavoce della Commissione Ue in merito alle dichiarazioni del presidente eletto americano sull’annessione della Groenlandia. «È chiaro che la sovranità degli Stati deve essere rispettata, e questo vale anche per il Regno di Danimarca. Noi vogliamo lavorare ad una forte agenda transatlantica», focalizzata «su una forte cooperazione su comuni interessi strategici», ha aggiunto la portavoce.
Più forti invece le dichiarazioni del cancelliere tedesco dimissionario Olaf Scholz, già alle prese da diverse settimane con un battibecco a distanza con Elon Musk. Il magnate egoriferito che ha giocato un ruolo determinante nella vittoria elettorale di Trump e sarà ripagato con un posto nel gabinetto presidenziale, si sta intromettendo spesso nella politica tedesca (a suo dire avendone diritto, data la presenza della gigafactory Tesla di Berlino) definendo Scholz prima uno «stupido», quindi un «idiota incompetente».
Per Scholz: «Il principio dell’inviolabilità delle frontiere vale per ogni Paese, indipendentemente dal fatto che si trovi a est o in Occidente e quindi ognuno deve rispettarlo, indipendentemente dal fatto che si tratti di un piccolo Paese o di uno Stato molto potente», ha detto paragonando una ipotetica annessione USA della Groenlandia alla guerra d’Ucraina voluta dalla Russia di Vladimir Putin. Il cancelliere tedesco ha ribadito che «i confini non possono essere spostati con la violenza» e che è importante che i Paesi europei agiscano «insieme e con unità».
Sulla stessa lunghezza d’onda il ministro degli Esteri francese, Jean-Noël Barrot, per il quale: «È fuori discussione che la Ue possa lasciare altre nazioni del mondo, qualunque esse siano, prendere di mira le sue frontiere sovrane».
Leggi anche: Groenlandia, perché l’isola è un territorio da conquistare nel risiko di Donald Trump?
Gli fa eco, al di là dei Pirenei, il premier spagnolo Pedro Sanchez che però anziché replicare a Trump risponde a Musk: «Attacca apertamente le nostre istituzioni, fomenta l’odio e chiede apertamente il sostegno degli eredi del nazismo alle prossime elezioni in Germania. Tutto questo è un problema, una sfida, una sfida che dovrebbe riguardare tutti noi che crediamo nella democrazia». Seppur in ordine sparso, tre dei più grandi Paesi Ue oggi hanno parlato. E l’Italia? Oggi Roma festeggia la liberazione di Cecilia Sala, ottenuta pare grazie a un assist dello stesso Trump. Chissà però se domani Palazzo Chigi o la Farnesina esterneranno qualcosa.