«TikTok è il teppista del quartiere». Sono le parole del primo ministro albanese Edi Rama che nelle scorse ore ha annunciato un ban temporaneo per il social network della Big Tech cinese ByteDance. A partire dal 2025 e per 12 mesi la piattaforma non sarà accessibile nel Paese (VPN permettendo). «Cacceremo questo delinquente fuori dal nostro quartiere per un anno», ha ribadito il premier. Ma perché si è arrivati a questa decisione?
Perché l’Albania mette al bando TikTok per un anno?
La scelta di Rama di bandire TikTok dall’Albania per un anno è stata presa a seguito di un tragico fatto di cronaca che ha scosso il Paese nelle scorse settimane. A Tirana, vicino a una scuola, un 14enne è stato ucciso e un altro è rimasto ferito dopo una lite tra ragazzi partita a quanto pare da uno scontro sul social network, come ricostruito la stampa nazionale.
«In Cina – ha detto il premier Rama – TikTok promuove come gli studenti possono seguire corsi, come proteggere la natura, come mantenere le tradizioni, ma su TikTok al di fuori della Cina vediamo solo feccia e fango. Perché abbiamo bisogno di questo?».
ByteDance, le questioni aperte nel mondo
La questione è complessa e delicata e sono diversi i Paesi in giro per il mondo che hanno attuato politiche restrittive nei confronti delle piattaforme, in particolare di TikTok. Di recente è stata l’Australia a vietare i social ai minori di 16 anni. Nel frattempo negli Stati Uniti la piattaforma di ByteDance spera in un intervento da parte del futuro Presidente Trump per evitare di essere costretta a vendere TikTok, pena il ban dagli Stati Uniti. Il repubblicano nel 2024 ha cambiato opinione rispetto al social soprattutto in funzione anti Meta.
Da anni in diversi Paesi (USA in testa) i funzionari pubblici non possono utilizzare TikTok e di recente la Commissione Europea ha aperto un’inchiesta per far luce sul ruolo del social nelle presunte interferenze russe per sostenere il candidato di destra Călin Georgescu nelle elezioni presidenziali in Romania, poi annullate. «Dobbiamo proteggere le nostre democrazie dalle interferenze esterne», ha dichiarato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.