Report, il programma giornalistico in onda su Rai 3, ha trasmesso un’inchiesta dedicata a Bio-on, l’ex unicorno fondato nel 2007 che prometteva di rivoluzionare un’intera industria, quella della plastica, introducendo sul mercato un materiale biodegradabile. Si tratta del PHA, sostanza su cui il Ceo Marco Astorri riponeva grandi speranze.
Intervistato da Report Astorri ha ripercorso la storia dell’azienda, a cominciare da uno dei momenti definiti spartiacque: la copertina della rivista Wired dedicata alla startup nel maggio 2011. Pochi anni dopo, nel 2014, la società si è quotata in Borsa dove è arrivata a una capitalizzazione di 1,3 miliardi di euro.
Bio-on: le condanne dopo il fallimento
Nelle scorse settimane sono state pronunciate le sentenze di condanna in primo grado nel processo che riguarda il fallimento di Bio-on. Otto le condanne, tra cui quella per Marco Astorri, con accuse a vario titolo come bancarotta fraudolenta impropria e distrazione e tentato ricorso abusivo al credito. Dopo il fallimento l’ex unicorno è stato acquisito all’asta dalla società piemontese Maip, che si occupa di polimeri.
Bio-on: la storia ripercorsa da Report
«Eravamo talmente belli come azienda che ci hanno portato in giro dappertutto», ricorda Astorri ai microfoni di Report. Nel corso degli anni l’azienda ha inizialmente siglato accordi per cedere la licenza di produzione di plastica biodegradabile in vari stabilimenti in giro per il mondo. Nel business dell’azienda era diventato centrale il ruolo dei brevetti.
Nel 2016 è arrivato l’accordo con IKEA per introdurre la propria plastica nel mercato dell’arredamento fai da te (poi ridimensionato nel corso dell’inchiesta giornalistica). A un certo punto la società ha deciso di rilevare uno stabilimento, a Castel San Pietro (in provincia di Bologna), per entrare nell’ambito della produzione del PHA. Le prime crepe si sono formate con report su fattibilità e sostenibilità economica del business e a seguito di frizioni con il partner storico Co. Pro. B, la cooperativa di produttori di zucchero, coinvolta nel business.
Nel corso della puntata Report ha ricostruito la situazione che si è creata: in Borsa diversi investitori hanno cominciato a scommettere sul fallimento dell’azienda. Gabriele Grego, di Quintessential, ha pubblicato un report accusando l’ex startup parlando di un «castello di carta» e di somiglianze col caso Parmalat. Di fatto si sosteneva che la base scientifica del PHA non era solida. In un giorno il titolo di Bio-on ha perso il 70%.
Durante la puntata di Report è stato poi trasmesso un audio esclusivo di una telefonata tra Astorri e un funzionario della Consob, il quale suggeriva al Ceo di non fare «comunicazioni di sputtanamento». L’ad ha replicato: «Dobbiamo morire in silenzio. Non c’è problema, lo faccio». La trasmissione riferisce che Quintessential era sotto indagine della Consob. Nel corso della puntata si mettono d’altra parte in dubbio la serietà e l’attendibilità scientifiche che hanno affossato Bio-on, contribuendo a far crollare il titolo.
Marco Madonia e Gianluca Rotondi, giornalisti e autori de “L’unicorno – Ascesa e caduta della startu-up che voleva salvare il mondo dalla plastica”, hanno parlato nel corso dell’inchiesta di Report in particolare quando si tratta delle irregolarità di bilancio rispetto ai ricavi. Secondo Astorri, che ne parla, con il fallimento di Bio-on «hanno ucciso un bambino nella culla» perché non gli avrebbero dato il tempo di mostrare le potenzialità della sua tecnologia.
Nel corso della trasmissione Report viene intervistato anche Eligio Martini, che con la sua Maip ha acquisito l’ex startup per 17 milioni di euro. «Siamo in grado di produrre PHA», ha detto, ribadendo l’affidabilità industriale dell’impianto vicino Bologna. La redazione di Report ha poi raggiunto Maurizio Salom evidenziando gli interessi di Novamont nel crollo di Bio-on come dalle carte del processo.
Alla fine dell’inchiesta Astorri parla anche di esser stato raggiunto dai servizi segreti. «Hanno detto di avvisarli di cose che potevano succedere. Hanno preso atto dell’attacco che ci è stato fatto e basta». Report ha mostrato infine una mail in cui si nota l’interessamento di un fondo a investire in Bio-on, fondo guidato dal fratello del PM Michele Martorelli, che si è occupato dell’indagine.