«Comunicare con le mani, ascoltare con gli occhi». È questo il motto che compare sulla pagina Facebook di Elisa Novara, classe 1986, assistente alla comunicazione e interprete Lis, che sta diffondendo la lingua dei segni sui social. Un modo per abbattere le barriere e creare inclusione.
L’inizio di un percorso affascinante
Elisa ha iniziato questo percorso per curiosità, vedendo al telegiornale le interpreti che traducevano le notizie in una lingua corporea: «Mi chiedevo come fosse possibile che una persona, soltanto muovendo le mani, potesse riuscire a comunicare concetti sia pratici sia teorici». Da lì il passo è stato breve: Elisa ha partecipato a un open day all’Istituto Statale per Sordi di Roma e ha conosciuto il docente, Roberto Zuccari, che l’ha seguita per tutti gli anni di corso.
«Per conseguire il titolo sono necessari tre anni di corso – spiega -. Successivamente, è possibile scegliere se diventare assistente alla comunicazione o interprete. Li ho scelti entrambi! Roberto Zuccari mi ha ha fatto innamorare di questo mondo fin dal primo giorno e così mi sono lanciata in questo percorso».
I social per diffondere la Lingua dei Segni
Elisa Novara vuole diffondere la Lingua dei Segni il più possibile, per questo motivo ha aperto sia una pagina Facebook sia Instagram: «Cerco di coinvolgere le persone, anche in modo giocoso». I suoi mini corsi sono ricchi di musica e quiz: «Le persone sorde, grazie alle vibrazioni, possono sentire. Io spesso traduco le canzoni in Lingua dei segni, organizzo dei quiz. Attraverso il gioco si impara di più!».
Le partecipanti e i partecipanti apprezzano, si divertono e imparano la Lis. Esempi di giochi? Riconoscere due segni che sembrano uguali, ma che non lo sono, oppure scovare qual è la coppia minima, in cui la differenza di un parametro basta per cambiare il significato della parola. Oltre ai social, Elisa organizza eventi insieme a Fatainchiostro, cioè Ilaria Vitone, dell’associazione Pas de Qua.
Un aiuto per le persone anziane o con disturbo dello spettro autistico
La Lis abbatte le barriere comunicative e aiuta anche le persone con difficoltà. «La Lingua dei segni aiuta, per esempio, le persone con forme non gravi di disturbo dello spettro autistico, ma anche gli anziani. Aiuta nella memoria e nella coordinazione, poiché è necessario contemporaneamente muovere le mani e pensare a quello che si sta dicendo. Inoltre, si sta molto più attenti a quello che è presente nell’ambiente, con uno sguardo a trecentosessanta gradi».
L’importanza della formazione
Per Elisa Novara la formazione alla Lingua dei segni è fondamentale: «A scuola interpreti o assistenti alla comunicazione hanno poche ore. Le maestre e i maestri più giovani cercano di coinvolgere in tutti i modi le bambine e i bambini sordi, ma spesso non si tengono in considerazione piccole accortezze: magari c’è chi scrive alla lavagna e intanto parla, ma chi ha una sordità non riesce a seguire poiché non vede il labiale. Inoltre, spesso nei luoghi pubblici i dipendenti e le dipendenti non conoscono la Lis. Infatti, capita che qualcuno mi chiami per essere accompagnato dal medico o dall’avvocato. Sarebbe importante che si organizzassero dei brevi corsi di Lingua dei segni per chi lavora nei vari servizi presenti sul territorio. Le persone sorde così si sentirebbero più tranquille e comprese nei loro bisogni».
Una lingua che accoglie tutti e tutte
Elisa specifica anche che la Lingua dei segni non mette in atto distinzioni tra uomo e donna: «Alla Lis non importa mettere in atto queste distinzioni. È la persona che, se lo desidera, specifica la professione e il genere. La Lingua dei Segni accoglie tutti e tutte, è aperta».
Il consiglio per chi vuole avvicinarsi all’affascinante mondo della Lingua dei segni è di «prendersi il primo anno con calma, se si opta per il corso intensivo. I segni arrivano piano piano e all’inizio potrebbe esserci confusione, quindi è meglio prendersi tutto il tempo necessario. Se invece si vuole fare un corso solo per essere un pochino di aiuto per le persone sorde, bisogna mettersi molto in gioco e sapere che comunque si sbaglierà. Bisogna anche vincere la timidezza: poiché la Lis è una lingua visiva, per fare gli esercizi è necessario spesso stare davanti a una telecamera; inoltre, per comunicare la persona deve stare davanti e quindi è necessario saper parlare a un piccolo pubblico».
Il sogno di Elisa Novara
Elisa Novara è presente sia su Facebook che su Instagram. La fascia d’età che interagisce maggiormente è compresa tra i 35 e i 44 anni, soprattutto donne. Il sogno? «Mi piacerebbe realizzare una rubrica: ‘Un segno al giorno’, cioè imparare una parola al giorno in Lingua dei segni. Mi piacerebbe avere un canale su YouTube e raggiungere un pubblico più vasto». Un altro piccolo desiderio è quello di «tradurre in Lingua dei Segni le interviste dopo le partite nello sport; per esempio, nel calcio far sentire a caldo le emozioni dei calciatori».