In uno dei suoi recenti editoriali pubblicati sul Sunday Times Jeremy Clarkson si è occupato di lifestyle, nel senso che ha preso di mira un certo modo di vivere odierno. «Ecco un nuovo strano accessorio di stile di vita per la classe media: si chiama “valutare la situazione e poi rendere deliberatamente tutto meno confortevole”», ha scritto. Anzitutto lo showman se l’è presa con chi usa quei grandi palloni ad aria al posto delle sedie per lavorare in azienda (se capitasse a lui, ha scritto, «tappezzerei l’ufficio con spille da disegno»).
Il lifestyle che non sopporta Jeremy Clarkson
Dal lavoro alle vacanze. Secondo Clarkson le persone vorrebbero esperienze meno comode rispetto a quelle che preferisce lui. «C’è una tendenza crescente a fare un trekking in mutande nelle isole Svalbard o un viaggio in campeggio nel nord del Galles. Oggi è considerato importante che tu venga visto affrontare le avversità. Il che è certamente un tratto nobile. Ma non quando le avversità sono di tua creazione».
Non poteva poi tralasciare una stilettata contro i vegetariani. Dal momento che Clarkson ha avuto di recente problemi di salute ha detto che è stato «costretto» a diventare vegatariano. «È terribile, come potete immaginare, ma se mangi solo midollo, rape e carote, è perfettamente fattibile. Non è abbastanza buono, però».
Il giornalista che ha partecipato nei giorni scorsi alla protesta degli agricoltori a Londra, in piazza contro la tassa di successione proposta dal governo UK, se l’è infine presa con un’altra categoria di persone. Quelle «che si guardano intorno nel loro appartamento o nella loro casa, con l’impianto idraulico e il riscaldamento centralizzato, e decidono che vogliono venderlo e vivere invece in un van. Hanno visto foto sui social media di una bella ragazza che si sveglia nel suo Bedford Rascal, sul lato di un lago italiano, spettinata e vivace, e pensano: “Lo voglio anche io”. È una follia».
Clarkson parla per esperienza, avendo girato il mondo per le recensioni d’auto insieme a James May e Richard Hammond. «Ho dormito in auto, furgoni e camion in molte occasioni nel corso degli anni e la cosa principale che ho imparato è che c’è o troppo freddo o troppo caldo. Inoltre, sbatti la testa tutto il tempo, il cibo che fai è immangiabile, non c’è mai un posto dove andare in bagno e alle tre di notte si viene svegliati e invitati a spostarsi da un trafficante di cocaina. Beh, è quello che è successo a me una volta e probabilmente succederà anche a voi».