Nell’ecosistema europeo delle società che fabbricano droni l’ultimo aggiornamento riguarda Tekever, azienda portoghese che ha appena annunciato la chiusura di un round da 70 milioni di euro. Come si legge su Bloomberg, a contribuire all’iniezione di capitale c’è il NATO Innovation Fund e l’operazione è stata guidata da Baillie Gifford & Co., veicolo scozzese che ha già investito in realtà come Airbnb e SpaceX. Grazie alle nuove risorse l’ex startup punterà ad allargare il proprio mercato e a costruire droni più grandi.
Tekever, la storia della startup europea dei droni
Fondata nel 2001 in Portogallo, Tekever conta su un team di oltre 350 persone come riporta il sito ufficiale e ha sedi anche in UK e Francia. Oltre a proporre in catalogo diversi modelli di droni, la società ha poi sviluppato un software di data intelligence as a service per fornire ai clienti informazioni e numeri in tempo reale su una determinata area geografica.
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I suoi sono droni di sorveglianza e sono stati impiegati lungo il Canale della Manica su incarico del governo UK per contrastare l’immigrazione illegale; hanno trovato inoltre spazio nella resistenza ucraina. La tecnologia in questione, del resto, rappresenta un elemento sempre più centrale in ambito militare: la Russia di Putin ha obiettivi ambiziosi per armare il proprio arsenale di droni forniti da alleati come Iran e Cina.
La crisi di Lilium, la startup tedesca dei taxi volanti
Al netto dell’importante raccolta di Tekever, il comparto europeo registra anche difficoltà: Lilium, una delle società tedesche impegnate nel settore dei taxi volanti, è in crisi. L’azienda si è vista negare un prestito da 50 milioni di euro da parte del governo tedesco (già in gravi difficoltà in vista dell’esito del voto di fiducia di dicembre). Così ha deciso di percorrere la strada di una possibile acquisizione, per farsi inglobare da un gruppo più grande.