«Gaza? Gay Pride? Stop oil? Puoi protestare su queste cose ogni volta che vuoi. Puoi incollarti alla strada, rompere le finestre e gettare zuppa contro i dipinti. Ma farlo per l’agricoltura? Temo di no». Jeremy Clarkson ha pubblicato un nuovo articolo sul Sun nel quale promette che sarà accanto a tanti altri agricoltori per protestare contro le politiche che in UK, a suo dire, penalizzerebbero il settore. Per chi ancora non lo sapesse, lo showman ha cambiato vita negli ultimi anni, avviando un’attività, Diddly Squat, e raccontando le sue imprese tra campi e allevamento nella serie di Amazon Prime Clarkson’s Farm. Questo lo ha però costretto a confrontarsi con le difficoltà degli agricoltori.
Perché Clarkson protesta con gli agricoltori UK?
«Non ho mai partecipato a una protesta», ha scritto il giornalista UK spiegando le ragioni di questa adesione all’agitazione prevista il 19 novembre a Londra. «Stupidi agitatori di estrema sinistra si sono messi in testa che la campagna sarebbe per lo più di proprietà di persone come me che hanno acquistato fattorie per evitare di pagare l’imposta sulle successioni». Ha poi preso di mira Rachel Reeves, ministra delle Finanze del governo laburista britannico.
L’estensione della tassa di successione voluta dal governo è uno dei temi che ha scatenato la protesta. Sempre rivolgendosi a Reeves, scrive Clarkson, «afferma che poiché ha fissato la soglia fiscale a 1 milione di sterline, il 73 per cento delle aziende agricole non sarà interessato, ma questa è un’assoluta assurdità».
Da grande appassionato di auto ha anche criticato altre misure che riguardano i motori: «Hanno riclassificato i pick-up a doppia cabina come auto, quindi la tassa su questi veicoli agricoli salirà fino al 211%. Hanno messo una nuova “tassa sul carbonio” di 50 sterline a tonnellata sul fertilizzante già costoso».
Abituato a parlare senza peli sulla lingua, Clarkson ha infine denunciato quello che secondo lui è l’obiettivo del governo. «Vogliono bombardare i nostri terreni agricoli con nuove città per immigrati e parchi eolici». E poi un’ultima provocazione: «Potrei anche portare delle salsicce Diddly Squat per mostrare ai londinesi cosa rischiano di perdersi».