Stanchi delle difficoltà di spostarsi di sera in città, un gruppo di amici ha inventato il primo servizio di van pooling italiano. Disponibile da giovedì a domenica, dalle 7 alle 3 di notte. Si chiama Wayla, da way strada, ma si legge ueilà, il modo di salutarsi tipico dei milanesi. Basta scaricare l’App, prenotare una corsa, pagare in anticipo, e condividere un pezzo di tragitto su un van, con altri passeggeri. Questo non solo risolve un problema e riduce i costi (al momento una corsa costa al massimo 9 euro) ma contribuisce a diminuire l’impatto ambientale.
Com’è nata l’idea di Wayla
Loro sono cinque amici, esperti in aree diverse, uniti dal desiderio di cambiare il mondo. Partendo dall’Italia. Dopo un anno di lavoro, studi e ricerche, il loro servizio è stato inaugurato a Milano il 31 ottobre.
Waya offre spostamenti sicuri e sostenibili, con van guidati da autisti professionisti. Fondata a ottobre 2023, la startup ha già raccolto 800 mila euro tra finanziamenti equity e debito. Tra gli investitori ci sono MobilityUp e MoffuLabs.
«L’idea è nata da un nostro problema: viviamo sulla nostra pelle quanto sia difficile muoversi in città, soprattutto di sera, e quanto questo influenzi le nostre vite». Lui è Mario Ferretti, 26 anni, co-founder e strategy officer di Wayla.
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Di Genova, milanese di adozione, bocconiano, con una laurea in Technology e Management, è da sempre appassionato di mobilità. «Mi affascina l’orchestra logistica che sottende un aeroporto, una nave da crociera o un sistema di trasporto pubblico».
Con lui, ci sono Carlo Bettini, esperto nel settore viaggi, è l’uomo che ha implementato la strategia B2B per Booking Italia; Alessandro Villa, ingegnere meccanico con la passione per il mondo auto e per il futuro; Michele Quagliata, laureato in Giurisprudenza con una rete internazionale con cui approfondire le migliori pratiche dei paesi stranieri e studiare come replicarle in Italia e Niccolò Ferrari, esperto di vendite e marketing, grande passione per i viaggi.
Loro stessi sono i primi utilizzatori di Wayla. «All’estero il modello di trasporto condiviso funziona. E ha già ottenuto ottimi risultati positivi in termini di riduzioni di emissioni e di traffico. Oltre che di inclusività. In Germania c’è Moia, azienda che si fa riferimento al gruppo Wolkswagen, opera ad Amburgo e Hannover. Noi non ci prendiamo il monopolio dell’idea, non abbiamo inventato il modello, lo portiamo però sul mercato italiano, per un determinato pubblico come i giovani e i turisti. Siamo complementari a qualcosa che già esiste».
«Milano ha fatto passi da gigante con la mobilità ma mancano alternative al trasporto pubblico di notte. I nostri van non seguiranno linee fisse o orari prestabiliti, ma percorsi dinamici in base alle richieste ricevute». La flotta di Wayla è composta da 5 Van, ciascuno con 16 posti. Tutto è cashless. L’app, lanciata pochi giorni fa, è già la più scaricata nella categoria viaggi dell’Apple Store, con oltre 4.500 download in 3 giorni. «Il modello è B2C, ma stiamo lavorando anche con il mondo dell’ospitality per un futuro B2B2C».
L’obiettivo? «Accogliere 20mila passeggeri nei primi 12 mesi di operatività, espanderci a Milano, poi in altre città italiane, infine all’estero. Perché lo fai? «Ho sempre cercato di capire meglio la mobilità. Durante gli anni dell’università ho scoperto che volevo avere un impatto sulla vita degli altri. Ho capito che il vero cambiamento può avvenire in molti modi. L’imprenditoria è probabilmente il più impattante».
«Tutti noi potremmo andare all’estero a lavorare, ma abbiamo deciso di fare impresa in Italia. Un Paese bellissimo, ma ancora un po’ indietro rispetto ad altri paesi europei. Per noi i problemi sono opportunità. Le difficoltà sono sfide. Non è facile, il settore in cui ci muoviamo è molto difficile, non c’è la pappa pronta ma le possibilità ci sono. E noi siamo qui per coglierle». Il sogno: fare la rivoluzione nella mobilità urbana. Non sappiamo come andrà a finire. Ma scommettiamo che salendo a bordo di uno dei loro van, a Milano tutti diranno “ueilà” con un sorriso, sentendosi parte di n cambiamento. Un viaggio alla volta.