Avvocato e attivista, Stella Assange, classe 1983 nata a Johannesburg da madre spagnola e padre svedese di origine cubana, ha combattuto per anni assieme al marito Julian per la libertà di stampa e di espressione. Specializzata in diritto internazionale e dei rifugiati, è stata una delle principali figure legali che hanno difeso Julian durante le lunghe battaglie che lo hanno coinvolto. Negli anni prima della prigionia, durante l’asilo a Londra, fino all’incarcerazione, ha portato all’attenzione dei media internazionali la storia di Julian, diventando un simbolo della lotta per la libertà di stampa e la trasparenza. Nel 2011 è stata assunta nel team legale per aiutare l’attuale marito a impedire la sua estradizione in Svezia per accuse di violenza sessuale, riuscendoci. Era nel suo pool di difensori anche durante l’asilo presso l’ambasciata ecuadoriana a Londra (2012-2019) e negli anni di prigionia a Belmarsh, nel carcere di massima sicurezza (2019-2024). In occasione di PlanB Forum, tra le più importanti conferenze sul tema Bitcoin a livello mondiale, che si è tenuta a Lugano il 24 e 25 ottobre, la abbiamo intervistata. Ci ha parlato dei punti in comune tra Julian e Satoshi Nakamoto, l’inventore dei Bitcoin, della libertà di stampa e della sua lunga battaglia, fino a oggi e ai progetti che il futuro ha in serbo per loro. Da persone libere, pensano al domani dall’Australia, terra natìa di Julian dove adesso risiede la famiglia.
Stella, come mai hai deciso di partecipare a PlanB Forum?
Questo è il terzo anno che sono qui e, ovviamente, le circostanze sono diverse rispetto agli altri anni perché Julian da giugno è, finalmente, libero. Nel 2023 e 2022 parlavo alla comunità Bitcoin dell’importanza di liberare mio marito. WikiLeaks e Bitcoin hanno un’origine simile, perché sia Julian che Satoshi (ndr Nakamoto, l’inventore della criptovaluta Bitcoin), così come i primi sviluppatori di Bitcoin erano cypherpunk, schierati contro la censura. Nel caso di WikiLeaks, contro la censura dell’informazione, mentre nel caso di Bitcoin, contro la censura delle transazioni umane, dell’interazione umana e della libertà di associazione.
Entrambi, quindi, sono strumenti che ci avvicinano alla libertà?
Direi proprio di si, e coloro che da tempo fanno parte della comunità dei Bitcoin capiscono bene quello che io intenda. Questo era, in parte, il motivo per cui ero qui a Lugano sia l’anno scorso che 2 anni fa. Liberare Julian significava più libertà per tutti. La censura è, invece, una forma di chiusura e ignoranza.
Ma siamo davvero liberi di esprimerci all’interno dell’Unione Europea?
Nell’Unione Europea si assiste a una tendenza a centralizzare il potere, e il potere non ama essere sfidato. Ma questa è l’U.E. D’altra parte, ci sono anche altre istituzioni, come il Consiglio d’Europa, che non fa parte delle istituzioni dell’UE, che sono molto legate alla libertà di parola e al diritto del pubblico di sapere. Per fare un esempio, l’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa ha recentemente prodotto un rapporto che ha concluso che Julian è stato un prigioniero politico durante i suoi cinque anni di detenzione nel carcere di massima sicurezza di Belmarsh. E nel rapporto si afferma che gli attacchi alla libertà di Julian e alla sua libertà di parola erano una ritorsione per aver pubblicato informazioni vere nell’interesse pubblico. Anche l’ONU è della stessa opinione e ha convenuto che Julian è stato perseguitato perché voleva che tutti sapessero, per aver fatto il suo lavoro da giornalista.
Quale è, quindi, il problema e come affrontarlo?
Non è facile. Si assiste a un perenne conflitto in cui le regole consolidate che favoriscono il diritto di espressione vengono minate attraverso sovvenzioni economiche da parte di istituti che favoriscono la censura. E questo rischia di creare una nuova cultura in cui la censura è la norma. Naturalmente, questa censura la si può condurre attraverso più mezzi, come i social media. Quindi è un panorama molto peggiore di quello che esisteva in precedenza e c’è un forte incentivo economico a limitare la libertà di espressione delle persone. Allo stesso tempo, ci sono più giornalismo indipendente e tecnologie anti-censura che vengono sviluppate.
Durante tutti questi anni di lotta, qual è stato il periodo più difficile che avete affrontato?
Ci sono stati molti periodi difficili. Uno di questi è stato durante il Covid, perché non potevo vedere Julian fisicamente. A cosa normali, le visite che venivano concesse in prigione duravano solo un’ora e mezzo, in una stanza con altre 40 famiglie. Ma durante la pandemia per sei mesi ho potuto solo parlargli al telefono. È stato un periodo particolarmente buio perché era molto isolato, perché eravamo molto preoccupati per il Covid e perché altre persone all’interno della prigione si stavano suicidando a causa dell’isolamento, incluso uno dei più vicini a Julian che si è impiccato. Ci sono stati dei momenti molto, molto bui. Quando Julian è stato sull’orlo dell’estradizione, eravamo pronti al peggio. Il governo dell’Ecuador era cambiato, era diventato pro-americano, stava cercando di rendergli la vita difficile. E allo stesso tempo anche i media lo attaccavano con storie completamente inventate, ma una volta che è diventato chiaro che gli Stati Uniti lo stavano perseguitando accusandolo di aver pubblicato informazioni su crimini di guerra e il suo lavoro giornalistico, allora la gente ha iniziato a capire cosa stava realmente accadendo e un movimento ha iniziato a costruirsi nel tempo, a tal punto che, alla fine, è stata capita l’importanza della sua libertà, che voleva dire preservare la libertà di stampa.
Adesso quali sono i vostri progetti per il futuro?
Sono passati solo quattro mesi da quando Julian è stato rilasciato. Abbiamo dovuto trasferirci in Australia e ricominciare da zero. Per 14 anni ha lottato per essere libero e per la maggior parte di quel tempo anche io sono stato coinvolta in questa lotta. Ma il mio impegno per la libertà di parola e di espressione rimane e i miei progetti e quello che Julian potrebbe fare in futuro sono ancora tutti in fase di definizione. Ci stiamo lavorando e vi faremo sapere presto!