Risolvere le barriere burocratiche, istituire una protezione uniforme delle proprietà intellettuali e formare uno statuto europeo delle startup. Sono alcune delle richieste che Italian Tech Alliance, l’associazione italiana del Venture Capital, degli investitori in innovazione e delle startup e PMI innovative, ha inviato alla Presidentessa della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, attraverso una lettera aperta.
«Nell’esprimere forte apprezzamento per la decisione storica di nominare un Commissario per le startup, la ricerca e l’innovazione – ha premesso il direttore generale Francesco Cerruti – abbiamo proposto una serie di misure che riteniamo strategiche per migliorare ulteriormente l’ecosistema dell’innovazione in Europa, molte delle quali sono state già evidenziate nel recente Rapporto Draghi».
Mentre in Italia si discute ancora di norme presentate nella bozza della manovra 2025, con il punto interrogativo sulla web tax al 3% per tutte le aziende digitali che spaventa non poco l’ecosistema, la lettera inviata a von der Leyen propone alcune misure.
Startup italiane: cosa chiede l’ecosistema all’Unione Europea
Le richieste sono state sottoscritte dall’Italian Tech Alliance insieme ad altre organizzazioni come InnovUp e realtà europee gemelle come France Digitale e Estech. Di seguito i punti emersi, che i proponenti vorrebbero discutere di persona in un incontro con la Commissaria designata Ekaterina Zaharieva e la presidente von der Leyen.
- Istituire lo Statuto della società europea innovativa. Viene proposta l’introduzione di un nuovo statuto giuridico a livello europeo per le startup innovative, che fornisca un’identità digitale unificata riconosciuta in tutta l’UE, agevolando l’armonizzazione del diritto societario, delle norme sull’insolvenza e di alcuni aspetti del diritto del lavoro e della fiscalità.
- Migliorare l’ecosistema di finanziamento, sviluppando in Europa un bacino più profondo di capitali locali per sostenere le startup dalle prime fasi di vita a quella di scaleup. Questo obiettivo potrebbe essere raggiunto rafforzando il mandato e il bilancio del Fondo europeo per gli investimenti e del Consiglio europeo per l’innovazione, ma anche creando le condizioni normative e gli incentivi per investire nelle imprese tecnologiche europee.
- Superare le barriere burocratiche attraverso l’attuazione di un nuovo schema per la condivisione equa e trasparente delle royalties che faciliterebbe notevolmente la gestione dei diritti di proprietà intellettuale (DPI) nelle università e negli istituti di ricerca.
- Promuovere l’attrattiva dei mercati azionari europei per le IPO e per le aziende, garantendo che man mano che un numero sempre maggiore di aziende tecnologiche europee raggiunge la fase di maturità, queste possano avere opportunità significative di quotarsi in borsa in Europa. A tal fine, l’UE dovrebbe aumentare il bacino di capitali nelle borse europee attirando un maggior numero di investitori retail e istituzionali, riducendo gli ostacoli agli investimenti azionari transfrontalieri e aumentando l’alfabetizzazione finanziaria in tutta la società.
- Adottare una protezione uniforme della proprietà intellettuale attraverso l’adozione del brevetto unitario in tutti gli Stati membri dell’UE per ridurre i costi di richiesta e fornire una protezione coerente alle giovani imprese. Questo quadro armonizzato allevierebbe le complessità legali e ridurrebbe gli oneri amministrativi per le startup, consentendo loro di concentrarsi sull’innovazione.
- Prevedere la valutazione dell’impatto delle normative attraverso analisi approfondite, con un’attenzione specifica ai loro effetti sulle piccole imprese. È fondamentale che le PMI e le startup siano escluse da regolamenti che sono applicabili solo alle grandi aziende.