Contro la siccità, l’Università del Nevada ha condotto un esperimento molto interessante provando a estrarre acqua dall’aria anche in condizioni estreme. In che modo ci è arrivata? Grazie agli scienziati che hanno osservato le rane arboricole e alcune tipologie di piante per comprendere come riescono a trasformare l’acqua che si trova in ambiente in un liquido conservabile interiormente. Ecco che cosa hanno scoperto gli studiosi.
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Che cosa hanno scoperto gli studiosi del Nevada?
La teoria è stata messa in pratica in laboratorio con la trasformazione in forma liquida del vapore acqueo dell’atmosfera che può rappresentare un modo sostenibile per fornire acqua alle regioni più aride. La scarsità d’acqua è, infatti, un gravissimo problema globale e si prevede che peggiorerà ulteriormente nei prossimi decenni. Nel 2016, circa due terzi della popolazione mondiale vivevano in condizioni di grave scarsità d’acqua, soprattutto nel sud-ovest degli Stati Uniti. Inoltre, le fonti di acqua che non sono state igienizzate adeguatamente hanno provocato la diffusione di malattie gravi, come il colera e la febbre tifoide, oltre ad altre malattie trasmesse dall’acqua. In questo caso, gli scienziati trasformano il vapore nell’ambiente in soluzione salina avvalendosi di una membrana idrogel che, successivamente, viene trasformata in acqua potabile. Il luogo in cui è stato testato questo sistema permette di massimizzare l’efficienza grazie all’utilizzo dell’energia solare.
Come sono andati i test
Le prove si sono svolte a Las Vegas, dove in un anno ci sono circa 300 giorni di sole. Il processo ha superato i metodi tradizionali di raccolta di acqua dall’atmosfera, che spesso risultano inefficaci se si ha un’umidità inferiore al 30%. In particolare, questo studio dimostra la possibilità di estrarre acqua ad alta velocità e in condizioni peggiori.
Per esempio, a Las Vegas la produzione può raggiungere i 3,5 litri per metro quadro, mentre in Paesi con un clima più umido il dato potrebbe addirittura triplicare. Dalla ricerca è nata anche una startup, WAVR Technologies, che verrà utilizzata dai ricercatori per applicare la tecnologia in contesti commerciali e domestici. L’efficienza di raccolta dipende sia dalla capacità del materiale di immagazzinare l’acqua sia da come questa viene rilasciata mentre la sfida principale resta quella di catturare e trasformare il vapore acqueo a bassa umidità in acqua pulita.